Un team di ricercatori del Politecnico federale di Zurigo ha scoperto l’odore della malaria. Dopo la mappa genetica della malattia, adesso è possibile riconoscerla “annusando” le molecole liberate dalla pelle quando ancora non compaiono i sintomi ma che permettono di riconoscere l’infezione.
Dopo essere stato riconosciuto nei topi, l’odore della malaria è stato rilevato adesso in una ricerca condotta in Africa, su gruppi di bambini in Kenya, alcuni dei quali con i sintomi della malaria e altri nello stadio iniziale.
Coordinati da Consuelo De Moraes, i ricercatori hanno raccolto le sostanze volatili emesse dalla pelle, incanalandole attraverso correnti d’aria verso speciali “nasi chimici”, i gas cromatografi, in grado di assegnare a ciascuno di essi una precisa firma.
“L’odore della malaria – ha detto De Moraes – non è dovuto alla presenza o assenza di specifiche molecole, ma a cambiamenti nella concentrazione di composti presenti anche nelle persone sane“. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aggiornati al 2016, la malaria infetta ogni anno nel mondo circa 200 milioni di persone, causando centinaia di migliaia di vittime, soprattutto tra i bambini con meno di 5 anni. Per i ricercatori, i cambiamenti nell’odore associati alla malaria rendono le persone infettate più “appetibili” al plasmodio (Plasmodium falciparum), favorendo così la trasmissione della malattia. “Individuarne l’odore – ha concluso De Moraes – potrà quindi aiutare a ridurre la diffusione della malattia“.
Questa scoperta, potrebbe essere la base di futuri test per la diagnosi precoce della malaria, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove l’infezione è più diffusa.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas.