Derubricare, ormai sembra una specie di parola d’ordine. Derubricare e semplificare, tanto care a Renzi queste due paroline cominciano a farsi strada anche nelle aule dei tribunali.
Ecco che arriva la notizia che il buon A.D. di Fiat Chrysler, al secolo Sergio Marchionne, ha chiuso il procedimento giudiziario a suo carico intentato dalla FIOM per condotta antisindacale con -appunto- una bella oblazione monetaria pari a € 2654,00
La notizia di per se non dovrebbe nemmeno apparire, per l’entità, nell’ambito delle pagine dei giornali penserà qualcuno. Permetteteci di dissentire ma è proprio l’entità così striminzita ed esigua che induce una riflessione.
L’oblazione è una pena, solo pecuniaria s’intende, che viene comminata a seguito del riconoscimento del torto in una lite giudiziaria. Non vogliamo usare la parola colpevole ma tant’è se si viene condannati seppure al pagamento solo di una pena pecuniaria.
Quello che atterrisce è il messaggio che passa: la condotta antisindacale, giudiziariamente riconosciuta, porta alla sola ammenda pecuniaria, altro che articolo 18 si potrebbe dire. Il manager che si macchia di condotta antisindacale (quindi comunque un abuso delle sue funzioni) si trova a mettere a posto le cose con il versamento di una cifra pari a quella di uno stipendio mensile di tre operai, più o meno. Tanto vale la dignità dei lavoratori, quindi.
Marchionne non sarà neppure scalfito da questa sanzione, giustamente, la giustizia ancora una volta in Italia finisce con i soliti tarallucci e vino. Intendiamoci se Marchionne fosse stato giudicato come non colpevole di quella condotta c’era da fare tanto di cappello ma quello che lascia basiti è l’esiguità di una sanzione che davvero svilisce il concetto alato di giustizia.
E ora sotto con l’articolo 18, forza Renzi.