Un po’ è storia della tipografia e della calligrafia, un po’ storia del design e un po’ (tanto) storia del paesaggio, almeno di quello urbano. Le insegne, i cartelli e le targhe (ma anche i tombini) sono la materia di L’Italia insegna, un volume edito da Lazy Dog e scritto da James Clough – assai bello graficamente che raccoglie oltre trecento immagini di cartelli, insegne e iscrizioni che raccontano il mondo delle insegne nel nostro Paese da fine Ottocento a oggi.
PAESAGGI URBANI
Ironiche e intuitive, originali e improvvisate, eleganti e ricercate le insegne italiane fino all’avvento dei font sono sempre state opera di artigiani del pennello che a mano, senza modelli precostituiti, si dedicavano a creare piccoli capolavori dell’utilità che non hanno mai avuto il giusto riconoscimento. Eppure fanno parte del paesaggio urbano italiano tanto quanto i selciati in porfido, le madonne sulle pareti e tutto l’arredo urbano. Ci voleva giusto un inglese per rendergli giustizia.
L’ITALIA DI CLOUGH
James Clough viene da Londra, vive in Italia da decenni e ha una passione particolare per le lettere. Del resto nella vita insegna tipografia e storia della tipografia, per cui un amore per le lettere dell’alfabeto è giustificato. Però da almeno 25 anni fa Clough ha sviluppato una vera passione per le insegne che affollano le strade italiane. «Mi interessano le lettere in particolare: sono sempre state una vera miniera di bellezza e di capacità artigianali. Per anni le ho fotografate e basta, poi ho iniziato a farle vedere agli studenti per Politecnico e adesso è venuto fuori questo libro» racconta Clough.
Il libro di Clough si concentra sulle insegne dipinte a mano, quelle per cui ogni cartello è diverso dall’altro, ogni lettera è unica e originale, pensata e creata per quella superficie e quella necessità specifica. Nulla a che vedere con i sistemi moderni, che sono trattati in un capitolo del libro giusto per far vedere le ‘degenerazioni’ contemporanee.
I CARTELLI DEL TOURING
Nel 1897 il Touring mise i primi 100 pali indicatori. Dieci anni dopo saranno quasi mille, e il Touring si impegnerà gratuitamente a collocarli in tutte le province del regno come opera di ‘dignità e utilità nazionale’. È solo l’inizio di una lunga storia durata fino al 1974, quando cessa l’attività l’Ufficio tecnico segnalazioni stradali che in 80 ha collocato in giro per il Paese oltre 700mila cartelli. Un po’ è storia della tipografia, un po’ è storia del paesaggio, un po’ è anche la nostra storia: quella di cui si parlerà il 14 gennaio al Punto Touring di Milano.