Ricca di storia e di risorse naturali preziose, l’isola dei serpenti è una delle linee sulle quali si sta combattendo la guerra tra russi e ucraini. Dopo aver perso l’incrociatore Moskva e la fregata Makarov, l’esercito russo deve registrare nelle acque del mar Nero una nuova disfatta. I droni ucraini (di produzione turca) hanno, infatti, abbattuto anche un mezzo da sbarco e un elicottero entrambi dell’esercito russo. L’isola, grande poco più di uno scoglio, a 35 chilometri dall’Ucraina è un punto cruciale sia per i russi sia per gli ucraini.
L’isola dei serpenti: da Achille…
Un antico mito greco tramanda che Teti, la più bella delle ninfe, abbia fatto emergere dalle acque del mar Nero una piccola isola per suo figlio Achille. La posizione strategica (a 35 chilometri dall’Ucraina quasi al confine con la Romania) ne fece non solo un ottimo punto di approdo per le navi dei coloni greci nel mar Nero, ma anche un luogo sacro per i marinai. Al centro dell’isola sorgeva infatti un tempio dedicato al valoroso pelide, eroe dell’Iliade. I marinai vi si trattenevano in preghiera ed eseguivano sacrifici in onore di colui che era considerato il signore e il protettore del mar Nero. Un’altra leggenda narra che Achille fosse stato addirittura sepolto qui. Il suo nome attuale, che sostituì quello di isola di Achille, lo deve invece a delle bisce acquatiche che l’isola ospitava e che provenivano dalla foce del Danubio.
… a Putin
Dopo aver fatto parte dell’impero Romano poi, con la scissione, dell’impero Romano d’Oriente e, con la caduta di Costantinopoli, dell’Impero Ottomano, l’isola dei serpenti nel 1792 fu annessa all’Impero russo. Fu uno dei punti dell’accordo che pose fine alla guerra russo-turca. Dopo la guerra di Crimea (1853-1856), che vide la sconfitta dell’esercito russo, passò al Principato di Moldavia per poi passare all’Unione Sovietica nel 1948, per la precisione alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina. Con la dissoluzione dell’URSS e l’indipendenza dell’Ucraina, l’isola è stata riconosciuta come territorio di quest’ultima (fa parte del distretto di Odessa) dopo essere stata contesa anche dalla vicina Romania. Le dispute con la Romania continuarono per la delimitazione delle acque territoriali dopo che, intorno all’isola, furono individuati giacimenti di gas e petrolio. Nel 2009, la Corte internazionale di giustizia dell’ONU lasciò invariati i confini marittimi tra i due Stati.
La linea strategica
Mentre proseguono incessantemente i bombardamenti su città come Mariupol e Odessa, gli attacchi sul mar Nero hanno dato alla guerra una svolta strategica. Le città attaccate dai russi resistono creando una sorta di impasse nella guerra. Con gli attacchi nel mar Nero, invece, l’Ucraina ha privato la Russia di due grandi navi da guerra, la Moskva e la Admiral Makarov. Due punte di diamante dell’esercito di Putin molto temute dagli ucraini. Un risultato che ha impedito ai russi di impossessarsi di tutte le rotte commerciali che coinvolgono i porti ucraini dell’Ovest. Conquistando Odessa e prendendo il controllo del mar Nero, infatti, i russi avrebbero in mano l’intero commercio ucraino. In una visione a lungo termine, conquistando l’avamposto più al largo nel mar Nero, i russi metterebbero le mani sui ricchi giacimenti di cui le acque sono piene.