Sono settimane che il continente africano, nello specifico il Corno d’Africa, sta affrontando una vera e propria emergenza locuste. Rischi per agricoltura locale che porterebbero a danni molto pesanti per l’economia africana.
Gli avvistamenti dell’invasione delle locuste in Africa
La regione africana maggiormente colpita da questo fenomeno sono quelle del Corno d’Africa che nel corso dei mesi hanno visto questi insetti, secondo l’ONU, migrate dallo Yemen fino all’africa orientale. Kenya, Somalia ed Etiopia sono attualmente gli stati messi maggiormente sotto pressione da questa emergenza e come dichiara il capo degli affari umanitari Mark Lowcock “ci sono 13 milioni di persone in una situazione di insicurezza alimentare acuta, di cui 10 milioni nei luoghi colpiti dalle locuste”.
Inoltre, primi avvistamenti anche in Tanzania e Uganda con sciami provenienti dal Kenya. Il governo di Kampala ha ufficialmente comunicato che sta per essere attivato un piano speciale di contenimento, non andando ad escludere un coinvolgimento delle forze armate. Sul campo verranno utilizzati due aerei, pick-up e trattori, per diffondere pesticidi. Sono stati inoltre consegnati centinaia di spray più piccoli e manuali.
I rischi senza un’azione di contrasto
Sempre secondo la Fao (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), senza interventi tempestivi ed efficaci, entro giugno il numero degli insetti potrebbe aumentare di 500 volte. L’Organizzazione fa un semplice esempio sulle abitudini alimentari di questi insetti per far capire quanto sia importante agire: una locusta può percorrere 150 chilometri in un giorno. Ogni insetto adulto può mangiare al giorno l’equivalente del proprio peso. Uno sciame delle dimensioni di Parigi divora in un giorno l’equivalente del cibo mangiato da metà della popolazione francese.
Inoltre, le conseguenze per la già debole economia del continente africano potrebbero essere devastanti. Ci sono agricoltori che hanno perso il 100% dei loro raccolti. A dicembre in Etiopia un aereo è stato addirittura costretto a un atterraggio forzato dopo essere entrato in collisione con uno sciame.