Dopo gli studi al liceo classico Pirandello di Roma, Sara Savini si diploma all’Accademia delle belle arti nella stessa città nel 2009, con una laurea in pittura e specializzazione in incisione.
Espone le sue opere per la prima volta, dopo il diploma, in un casale nel comune di Spello, vicino Assisi. Grazie al suo docente di pittura organizza una mostra di tre giorni. Tra le sue esposizione più signiicative quelle alla Biennale del libro d’artista nel 2017 e 2018, al centro culturale Gabriella Ferri di Roma e la personale alla galleria Minima di Mario Tosto nella stessa città. Quest’anno ha esposto le sue opere al Macro Asilo di Roma diretto da Giorgio De Finis.
“Ho cominciato lavorando con delle incisioni sperimentali. I miei disegni sono fatti attraverso la trama di superfici sensibili, che utilizzo per costruire i miei disegni. Sono alla continua ricerca di superfici diverse.” afferma Sara Savini, intervistata da Cinquecolonne. “Un giorno ho accompagnato una mia amica a casa. Abitava in un piano alto. L’ascensore aveva una porta a vetri che aveva una superficie particolare. Così ho ricalcato la trama di quella superficie sul foglio, poi utilizzata per effettuare un disegno. Ogni superficie ha la sua trama in base al materiale col quale è composta.”, dice l’artista.
Fra gli artisti che la ispirano, l’inglese William Kentridge, che Sara ha avuto l’occasione di conoscere durante una sua esposizione al Macro alcuni anni fa. Apprezza molto artisti come Jan Švankmajer e David Lynch. “Per i prossimi progetti ho intenzione di dedicarmi alle animazioni. Apprezzo molto la tecnica stop-motion.”