È questa la proposta della Chiocciola che è stata presentata durante il convegno Un Presidio Slow Food per l’extravergine. Dall’esperienza dei produttori alle idee del nuovo progetto Slow Food sull’olio a Verona presso il Sol&Agrifood, il Salone internazionale dell’olio extra vergine d’oliva e dell’agroalimentare di qualità in concomitanza con il Vinitaly.
All’incontro hanno partecipato dal trentino Paola Jori dell’azienda Laghel 7, dalla toscana Nicola Sartori della Fattoria Altomena e dal Lazio Alfredo Cetrone dell’omonima azienda agricola. Modera Francesca Baldereschi, responsabile del progetto Presìdi Slow Food, introduce Abdelkrim Adimentre, responsabile dell’unità tecnica del Consiglio Oleicolo Internazionale (Coi), mentre le conclusioni sono affidate al presidente di Slow Food Italia,Gaetano Pascale.
Slow Food s’impegna da anni per sostenere un modello di produzione sostenibile e per aiutare i consumatori a orientarsi nel mondo dell’olio extravergine d’oliva. Un settore che si trova a fronteggiare più di ogni altro una pericolosa dicotomia. Da una parte un mercato dominato dai grandi marchi commerciali che hanno interesse a comunicare esclusivamente il prezzo, con una legislazione (e una burocrazia) che non fanno alcuna distinzione fra piccole realtà produttive e grandi marchi commerciali. Sul generale clima di sfiducia che già aleggia su questo prodotto, frodi e furbizie che periodicamente vengono portate alla luce non fanno altro che confondere ancor di più i consumatori e gettare nello sconforto chi prova a rispettare l’etica produttiva e le regole del gioco.
Dall’altra molti produttori locali che, nonostante tutto, continuano a mantenere in vita l’immenso patrimonio olivicolo nazionale, facendo leva su oltre 500 cultivar autoctone che popolano gli oliveti delle aree più vocate della nostra penisola. È un modello di produzione virtuoso perché assicura tutela del paesaggio e dell’ambiente e garantisce produzioni di pregio qualitativo non riproducibili nelle dimensioni industriali.