Il settore siderurgico dell’UE soffre di sovraccapacità principale globale nella produzione, che spinge verso il basso i prezzi e incoraggia distorsione del commercio da regioni concorrenti. Gli alti costi energetici stanno erodendo i margini;la chiusura risultante degli impianti siderurgici sta costando migliaia di posti di lavoro.
Tenendo conto dei risultati della discussione in Consiglio d’Europa, la presidenza ha ritenuto che dovrebbero essere considerate come priorità le seguenti azioni concrete:
Intensificare o avviare discussioni che coinvolgono tutti i produttori di acciaio importanti nel contesto del comitato acciaio dell’OCSE e della Commissione del attraverso dialoghi bilaterali con paesi terzi come la Cina, la Russia, la Bielorussia, Turchia e India.
Sfruttare pienamente e tempestivamente di tutta la gamma di strumenti di politica commerciale dell’UE per garantire parità di condizioni a livello mondiale e per affrontare le misure restrittive nei paesi terzi, in particolare per quanto riguarda il settore siderurgico.
Assumere un atteggiamento costruttivo per quanto riguarda la modernizzazione di strumenti di difesa commerciale che ulteriormente snellire e accelerare il loro funzionamento, aumentare la trasparenza, la prevedibilità, l’efficacia e l’applicazione.
Migliorare ulteriormente l’accesso per l‘industria siderurgica dell’UE verso tali mercati, anche attraverso gli appalti pubblici, attraverso negoziati e l’attuazione bilaterali e multilaterali.
Fare pieno uso del piano di investimenti per l’Europa per aggiornare e modernizzare il settore siderurgico attraverso l’uso della consulenza per gli investimenti hub europeo e il Fondo europeo per la Strategic Investments.
Sfruttare al meglio le possibilità offerte ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato riviste per sostenere l’energia industrie ad alta intensità di R & S & I, la formazione, l’ambiente, l’occupazione e costi ETS.
Migliorare la competitività dei settori più a rischio di rilocalizzazione delle emissioni, compresa l’industria dell’acciaio, considerandola, nell’ambito della riforma del sistema europeo di scambio di emissioni (“EU ETS“):