Massimizzare i benefici delle attività spaziali per la società e l’economia europea.
Promuovere l’innovazione e la competitività globale dell’industria europea; consolidare l’autonomia di accesso e utilizzo dello spazio; rafforzare il ruolo di protagonista globale dell’Europa e della sua cooperazione internazionale: questi, secondo il Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, i quattro obiettivi principali che dovrebbero guidare la Strategia Spaziale Europea.
Nel corso dell’audizione pubblica del Comitato Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo, cil Presidente dell’ASI ha disegnato la sua road-map per far sì che le attività spaziali diventino uno dei pilastri dello sviluppo dell’Europa, attraverso la definizione di una strategia coordinata tra UE – ESA in grado di valorizzare e mettere a frutto i diversi asset spaziali europei.
«La complessità e la velocità delle sfide globali dello spazio richiedono una risposta immediata da parte dell’Europa», ha detto Battiston. «Oggi ci troviamo in una competizione sempre più dura, fatta di tecnologie innovative dal punto di vista della tecnologia e competitive sul lato dei costi – ha proseguito il Presidente dell’ASI- La sfida dei Big Data derivanti dalle applicazioni spaziali e da internet, sta rivoluzionando il nostro modo di vivere e creando nuova ricchezza». «Si tratta di una chiamata alla quale sia ESA che Unione Europea devono rispondere in modo coordinato, veloce ed efficace», ha concluso.
Con la Space Strategy for Europe, l’Europa punta ad un maggior coinvolgimento di soggetti privati, il miglioramento della sinergia tra questi e le agenzie pubbliche nello sfruttamento dei dati forniti dal sistema satellitare Galileo ed una ottimizzazione dell’impiego della tecnologia.
Ma soprattutto la Commissione Europea considera lo spazio come un’opportunità irrinunciabile per incrementare la propria presenza sui mercati internazionali. Tant’è che derivano da questa impostazione le decisioni della Commissione Europea di investire maggiori risorse per sostenere iniziative private nel campo spaziale, e portare nello spazio 30 satelliti nel prossimo decennio, all’interno dei programmi Galileo e Copernico.