Con l´approvazione del Po Fesr 2014-2020 oggi da parte della Commissione Europea, in Sardegna arrivano 930 milioni di euro, 465 da finanziamenti europei e il resto da cofinanziamento regionale. Soldi che potranno essere utilizzati per garantire supporto alla ricerca e allo sviluppo di almeno 1576 imprese sarde, agevolare il credito e creare infrastrutture informatiche, sostenere il settore dell’energia e lo sviluppo turistico. Far ripartire l´economia.
“E´ un grande risultato per la Sardegna, una cifra importante che ci consentirà di intervenire in settori nevralgici della nostra economia regionale, un risultato ottenuto grazie a un serrato lavoro collettivo per cui ringrazio tutti coloro che hanno partecipato – dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – Ora dobbiamo correre, fare bene e non perdere tempo, ma soprattutto spendere strategicamente i fondi europei, invertendo nettamente e definitivamente la rotta del passato che per troppe volte ha portato a una scarsa qualità della spesa con conseguente taglio dei fondi. Stiamo già lavorando all´interno della Cabina di regia e dell´Unità di progetto della programmazione unitaria, per definire gli interventi con la visione d´insieme che è alla base della programmazione unitaria dei fondi sulla quale è impostata la manovra finanziaria. E´ questo il nuovo corso voluto fortemente da questa Giunta: pensare ai fondi europei come a una parte dei finanziamenti complessivamente disponibili. In un momento di crisi come quella che stiamo vivendo non possiamo assolutamente permetterci di perdere questo denaro, ed è il primo obiettivo della programmazione unitaria insieme a quello di investire nei settori giusti per far ripartire tutta l´economia della Sardegna“.
Il Fesr 14/20 conta 35 linee di intervento, decisamente ridotte rispetto alle 120 inizialmente previste per concentrare le risorse sui settori più strategici, come richiesto dall´Unione Europea, dopo un confronto costante con sindacati, associazioni, parti economiche, enti locali. Dei 930 milioni, 213 sono destinati alla competitività del sistema economico, 164 alla valorizzazione turistica e culturale, 150 all’efficienza energetica, 130 all’agenda digitale, 128 a ricerca e innovazione, 55 ad ambiente e prevenzione del rischio idrogeologico, 51 a inclusione sociale e povertà.
Per il via libera da parte della Commissione europea ha giocato un ruolo importante anche il Pra, Piano di rafforzamento amministrativo, ossia uno strumento necessario per l´approvazione del programma che ha l´obiettivo di migliorare la gestione dei fondi strutturali anche attraverso il rafforzamento delle competenze interne all´amministrazione regionale, puntando sulla indispensabile qualità istituzionale necessaria alla gestione delle risorse.
“Stiamo lavorando duramente per garantire la crescita armonica del nostro territorio, delle aree interne e di quelle urbane, basandoci sugli attrattori ambientali, culturali, turistici delle singole zone, facendo cioè una lettura ambientale del territorio. Ecco perché – conclude il vicepresidente della Regione – dobbiamo superare la lettura settoriale dei fondi: la visione dev´essere unitaria per diventare sempre più efficace“.