La GDPR europea è ormai un benchmark mondiale: dopo l’entrata in vigore del California Consumer Privacy Act – CCPA – molti altri Stati americani stanno iniziando a muovere i primi passi nell’era dell’etica digitale, in risposta alle esigenze di tutela avvertite sempre di più dai cittadini USA. Soluzioni legislative arrivano anche dall’Asia Pacifico e dall’America Latina, con l’introduzione o l’aggiornamento dei regolamenti di Data Protection.
Quando è iniziata l’era dell’etica digitale
Dal 25 maggio 2018 – data di piena applicazione della GDPR in Europa – il mondo sta cambiando. La GDPR ha segnato l’inizio dell’etica digitale, ma come per tutte le rivoluzioni il prezzo da pagare per numerose aziende è stato elevato. Durante il primo anno di attuazione della normativa sulla Data Protection sono state registrate infatti più di 59 mila violazioni dei dati e molte aziende sono state costrette a chiudere la propria attività perché incapaci di sostenere gli enormi sforzi finanziari necessari per adeguarsi al Regolamento. Negli Stati Uniti, tre mesi prima dell’attuazione della CCPA, solo il 48% delle aziende era pronta ad accogliere la nuova normativa.
I rischi legali sono reali e comportano multe pesanti. Ma non si tratta solo di questo. Un ambiente digitale sicuro è vantaggioso sia per gli utenti che per i brand e i publisher: stabilisce un contratto di fiducia tra le parti, consentendo risultati aziendali migliori e ripristinando l’affidabilità settore.
Da una ricerca indipendente commissionata da Ogury – tech company fondata nel 2014 che da sempre mette al primo posto la scelta dell’utente – emerge infatti che i consumatori di tutto il mondo affidano i propri dati ai brand che garantiscono la trasparenza sulle modalità di utilizzo.