Si è svolta la tavola rotonda organizzata nello Spazio Rai Movie dall’Associazione “L’Università Cerca Lavoro” (U. C. L.) in occasione della “Giornata della Critica sociale – Sorriso diverso Roma”.
Al centro del dibattito il tema della diversità e l’educazione dei giovani attraverso il cinema. Molti gli ospiti che hanno preso parte all’incontro, oltre al direttore artistico del festival Antonio Monda, anche i registi Gabriele Mainetti, Cristian Marazziti, l’autrice Cecilia Pagliarani, l’attrice Janet De Nardis anche vice presidente CNA Cinema, insieme a vari esponenti del Terzo settore, coordinati dalla conduttrice televisiva Metis Di Meo.
Punto di partenza, per un confronto sui temi dell’integrazione ed esclusione sociale, è stata la proiezione delle clip di quattro film, presentati nel programma ufficiale del festival: “Registro di classe” di Gianni Amelio, “E-bola” di Cristian Marazziti, “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti e “Land of Mine” di Martin Zandvlie.
Alla domanda posta dalla moderatrice in apertura dell’incontro, se il cinema può essere fondamentale per l’educazione dei giovani, risponde il direttore del festival Antonio Monda: “Il cinema racconta un’emozione, che può essere raccontata in modo diverso, attraverso la scuola, attraverso un supereroe, attraverso l’ebola; approcci diversi e molteplici, come quelli che vediamo da questi film che hanno a cuore dei temi molto profondi. Nel momento in cui questi temi riescono ad arrivare al pubblico, il cinema può essere educazione. È fondamentale però che gli autori siano liberi di raccontare”.
Il regista Cristian Marazziti a proposito del suo film, “E-Bola”, esprime la speranza che il suo film possa diventare un modo per parlare di questa malattia in maniera educativa per i giovani, proprio per questo “Abbiamo coinvolto un team proveniente da tutto il mondo, con l’unico scopo di abbattere barriere e diversità e combattere un nemico comune”.
Parlando di scuola ed educazione, interviene poi Cecilia Pagliarani, co-autrice con Gianni Amelio per “Registro di classe”, un film che guarda alla scuola del passato per raccontare la storia italiana, mostrando quali erano i cittadini di ieri per capire quelli di oggi. “Nei registri di classe prima c’era una differenziazione delle classi sociali, inoltre i maestri e gli allievi spesso non si capivano perché non parlavano lo stesso linguaggio; rianalizzare questi aspetti deve essere un modo per capire la nostra storia e parallelamente per risolvere alcuni aspetti dell’educazione”.
Elisabetta Scala del Moige – Movimento Italiano Genitori, ha dato la sua opinione su quanto la scuola sia cambiata oggi: “I giovani oggi sono nativi digitali, c’è di nuovo una grossa difficoltà di comunicazione con i docenti e anche una dispersione degli studi; è la scuola che deve quindi andare al passo con i cambiamenti dei giovani. Il cinema, la fiction, tutto quello che può essere comunicazione visiva sono mezzi che vanno utilizzati perché possono fare moltissimo da un punto di vista pedagogico. I giovani vanno molto al cinema e quindi è molto importante ciò che vedono. È fondamentale che chi fa cinema lo faccia con grande senso di responsabilità perché non è mai neutro il messaggio che viene trasmesso”.
Dal tema dell’educazione dei giovani con il cinema, il dibattito si è spostato poi sul tema dell’adozione di un fratello di origine internazionale. Per l’occasione Roberto Nepote, direttore Rai Movie, ha lanciato la presentazione del cortometraggio prodotto dal CIFA per Rai Gold dal titolo “Il fotografo” diretto da Alessandro Genitori e Elis Karakaci, in collaborazione con l’Associazione culturale Cinemage. Questo lavoro vuole far riflettere su un dato molto importante riguardante le adozioni internazionali in Italia: dal 2003 in Italia oltre 35.000 bambini hanno trovato famiglia.
Janet De Nardis direttrice del Roma Web Fest e anche vice presidente CNA Cinema ha offerto in chiusura la sua opinione sull’educazione dei giovani focalizzando l’importanza che ha oggi la rete. “Siamo in un momento critico in cui le nuove generazioni hanno, da un lato, una grande difficoltà di parlare e dall’altro c’è un mondo virtuale dove possono invece esprimersi con grandissima libertà di linguaggio. Abbiamo tantissimi esempi di personaggi diventati famosi grazie al web. È vero che alcuni prodotti non di qualità possono acquistare online una grande attenzione ma è anche vero il fatto che la rete è meritocratica e quindi il prodotto di qualità può avere nel tempo una grande visibilità. Il web non è nemico del cinema, anzi i ragazzi tornano volentieri al cinema se gli si danno dei contenuti vicini al loro mondo”. Ha concluso poi il suo intervento lanciando un doppio appello, uno verso le Istituzioni che “dovrebbero comunicare nelle scuole alcuni argomenti attraverso l’audiovisivo” e l’altro verso i genitori che da parte loro “dovrebbero sforzarsi di creare con i propri figli il dialogo e non lasciare che i figli trascorrano un’intera serata davanti ad un i-pad”.
Proprio sull’esempio di un prodotto che parla con un linguaggio fruibile anche dalle nuove generazioni, è intervenuto Gabriele Manietti che ha diretto il film “Lo chiamavano Jeeg Robot” perché “Ci piaceva portare sullo schermo il viaggio dell’eroe e raccontare la ricerca di un’identità e il suo cambiamento”.
Il prossimo appuntamento con le iniziative de “L’Università cerca lavoro” è con il Festival Tulipani di Seta Nera dal 29 aprile al 1 maggio 2016.