Una delle principali novità di questa ventunesima edizione miart è rappresentata dalla sezioneDecades, che propone un percorso lungo il Ventesimo secolo secondo una scansione per decenni, dall’inizio fino agli anni Novanta. Questa nuova sezione, a cura di Alberto Salvadori, traccia un racconto che enfatizza le due anime che definiscono miart – quella legata all’arte moderna e quella legata all’arte contemporanea – consolidando la cronologia dell’offerta artistica della fiera grazie all’inclusione, per la prima volta, di opere dei primi decenni del secolo: dalle avanguardie storiche, passando per i decenni degli anni Venti e Trenta, fino agli anni Ottanta e Novanta. In un momento di forte attenzione del mercato internazionale per l’arte del secondo dopoguerra, e in particolare verso l’arte italiana – miart grazie a questa nuova sezione sostiene in modo ancora più marcato l’arte storica di qualità, arricchendo la fiera con un’offerta più internazionale nel settore moderno.
Decades – che è composta da nove gallerie con stand dedicati ognuno a un decennio del secolo scorso – propone ai collezionisti e al pubblico della fiera la possibilità di conoscere opere straordinarie frutto del lavoro di ricerca di importanti galleristi. Considerata nel suo insieme, la sezioneDecades costituisce un percorso espositivo con nove straordinarie testimonianze dell’arte italiana e internazionale del Novecento e sottolinea il ruolo e la funzione dei mercanti e dei galleristi non solo come attori primari del mercato, ma soprattutto come produttori di contenuti in relazione agli artisti e alle grandi collezioni.
Il gallerista, in questa dinamica, ha sempre avuto il ruolo determinante di costruttore di possibilità, di editore di idee e suggestioni, di colui che da sempre accompagna la nascita di collezioni e di un gusto che viene anche poi condiviso pubblicamente; è anche per questo che la storia dell’arte in Italia è da sempre legata alla storia del collezionismo, e i galleristi ne sono stati protagonisti comprimari.
La pittura figurativa e astratta, il concettuale, la fotografia, esordi di straordinari galleristi protagonisti ieri come oggi della storia e della formazione del collezionismo, attraversamenti degli ultimi tre decenni del Novecento sono presentati in un percorso che permette di incrociare grandi maestri e figure rimaste finora un po’ in disparte, a testimonianza che una fiera d’arte può essere luogo privilegiato di scoperte e sorprese.
I primi anni del secolo scorso sono rappresentati da una ricercata selezione di artisti italiani che hanno segnato la storia della pittura del nostro paese e non solo: l’ultimo quadro realizzato da Fattoriandrà a testimoniare il passaggio italiano dal diciannovesimo al ventesimo secolo, accanto a opere di altri importanti esponenti di quel periodo, come De Chirico, de Pisis e altri così detti gli italiani di Parigi. La selezione delle opere è stata realizzata con la Società di Belle Arti di Viareggio e Cortina d’Ampezzo, raffinato mercante italiano che si presenta per la prima volta al pubblico di miart. Il percorso continua con gli anni Trenta e Quaranta, indagati grazie al meticoloso e prezioso contributo che Gian Enzo Sperone sta dando a livello internazionale all’arte italiana astratta di quel periodo.
Opere di artisti come Soldati, Magnelli, Prampolini ci guidano alla scoperta dell’astrazione italiana tra le due guerre. Gli anni Cinquanta si presentano poi con lo straordinario contributo di un grande scultore del secolo scorso, Lynn Chadwick, presentato dalla galleria inglese Blain Southern, che raccoglie nel suo stand una straordinaria selezione delle opere del decennio di mezzo, intrise di stilemi modernisti che incontrano le forme della natura andando a disegnare sculture dai tratti biomorfi. La prima metà del secolo è passata e il 1961 è l’anno nel quale un artista milanese Piero Manzoni realizza un’opera oggi iconica e rarissima, esistente in sole due copie, una nelle collezioni del MoMA e l’altra nell’inestimabile raccolta costruita dalla passione e dall’intelligenza di un gallerista tedesco come Michael Werner.
Si apre così un nuovo momento in Decades, che vede negli anni Sessanta un altro passaggio fondamentale con la nascita della galleria Christian Stein a Torino, oggi attiva a Milano, protagonista assoluta per rigore espositivo e selezione delle opere e che da anni regala agli appassionati mostre museali di artisti italiani.
Il 1966 è l’anno nel quale l’avventura di Stein inizia, e per miart, grazie a Gianfranco Benedetti, ha scelto di riproporre la mostra di apertura della galleria, quella di Aldo Mondino. Il decennio del 1970 dedicato dalla Galleria dello Scudo di Verona a un grande maestro della pittura italiana, Emilio Vedova, del quale viene presentato il progetto De America, che offre l’occasione per ricostruire le tappe di un itinerario “americano” dell’artista italiano, in cui la sua pittura risente delle radicali trasformazioni che hanno scosso il mondo dell’arte tra gli anni Sessanta e Settanta.
Rimanendo nel solco degli anni Settanta, la galleria inglese Richard Saltoun propone una vasta e rara selezione di fotografie di artisti che hanno avuto nel corpo umano il loro punto di arrivo o di riferimento: il corpo indagato, usato, strumento concettuale e materiale della loro produzione, Gina Pane, Ketty la Rocca, Jo Spencer e altri sono i protagonisti di questo stand.
Sono presentate in occasione di miart anche le straordinarie fotografie di Claudio Abate realizzate nella galleria l’Attico, fissando momenti irripetibili delle performance e delle mostre concepite da Fabio Sargentini. Arriviamo agli anni Ottanta e la galleria Wilkinson presenta per la fiera una selezione di opere rarissime di quegli artisti che confrontandosi su temi quali identità sessuale, identità sociale e gender hanno definito il numero estivo del 1984 di ZG Magazine, pubblicato quell’anno in un clima di preoccupazione sociale anticipata dall’omonimo romanzo Orwelliano.
Laura Simmons, Jimmy De Sana, Derek Jarman, Dara Birnbaum e Joan Jonas sono i nomi che segnarono questa epica rivista dove sociologia, antropologia storia dell’arte venivano fuse in una precisa analisi del paesaggio culturale urbano. Chiude Decades una personale dedicata ad uno degli artisti che daglianni Novanta ha tracciato un significativo percorso nell’arte italiana, Stefano Arienti, realizzata conStudio Guenzani.