Dall’1 al 30 agosto 2014 alla La Luz de Jesus Gallery di Los Angeles saranno presenti le controverse opere del messicano José Rodolfo Loaiza Ontiveros, autore del progetto Profanity Pop. L’artista utilizza i personaggi Disney come soggetti per i suoi quadri e rappresenta aspetti della società moderna, attaccando la visione puritana della società e trattando tabù che continuano a far parte del mondo attuale. Omosessualità e sessualità, musica, morte, terrore, guerra, sfruttamenti in famiglia, bellezza, alcolismo, religione, droga, mitologia sono alcuni dei temi delle particolari opere dell’artista americano che mostra al pubblico immagini forti che inevitabilmente colpiscono chi guarda: Paperina e Minnie da una parte e Brontolo e Pisolo dall’altra che si scambiano un bacio appassionato; una grassa Biancaneve che si fa un selfie in bagno; tre principesse – Biancaneve, Belle, Cenerentola – che si ubriacano in compagnia di Frida Kahlo; Papa Bergoglio che celebra un matrimonio gay tra i due principi della Sirenetta e La Bella Addormentata; il castello della Disney colpito da un aereo, evidente richiamo dell’11 settembre, con la scritta “War Dirty Tortures” in font Disney. Come scritto sul sito web della mostra “con Profanity Pop Rodolfo rende omaggio a lavori storici specifici che hanno ispirato molte generazioni. Temi universali sono ancora una volta narrati da personaggi animati amati dal pubblico ma in veste di divino e con tutta la fragilità dei martiri. Lontano dal paradiso degli happy endings, il dramma-pastello si occupa della vulnerabilità che si accosta in modo sovversivo con vicende mai interpretate in maniera simile”. Colpisce, per esempio, l’opera che rappresenta un’arrabbiata Cenerentola che mostra il dito medio ad un quadro con l’immagine della matrigna, mentre i “simpatici e teneri” topini scrivono con lo spray “You fucking bitter old bitch” – “Fott*ta odiosa vecchia put*ana”.
L’attuale progetto di Loaiza è il seguito di altre due mostre del 2012 e del 2013, sempre alla galleria La Luz de Jesus a Los Angeles. Disasterland del 2012 era “un tributo alla cultura pop, alla moda, all’animazione, ai film horror e all’innegabile attrazione della celebrità. La mostra mette in scena “inevitabile apocalisse dell’Hollywood del 21esimo secolo.” Secondo il sito della La Luza “Rodolfo mostra cosa sarebbe accaduto alle nostre favole se ci fossero state carne e sangue e le confronta con il frenetico ed eccessivo mondo della fama. Chi, tra di loro, sarebbe soggetto agli eccessi delle droghe, dell’alcol, ai tormenti e alla vanità?”. Il black humor di Loaiza “cattura le immagini circolate una volta in maniera morbida dai media e propone un nuovo criterio di rivisitazione”.
Nel 2013 è stato il turno di DisHollywood, un tributo “al mondo di Hollywood e all’influenza che i film, la televisione e i video musicali hanno avuto sulla cultura pop contemporanea”. Madonna che bacia Cenerentola, il kubrickiano Alex de Large che porge il Latte + a Biancaneve, Catwoman che beve assieme agli Aristogatti, un bacio omo tra Peter Pan e Pinocchio, un Hercules tossicodipendente che si buca sono solo alcuni dei soggetti della controversa mostra di Loaiza che, da circa tre anni, punta a colpire psicologicamente e lasciar riflettere gli osservatori delle sue opere, cercando di capovolgere i canoni di un mondo, quello Disney, probabilmente troppo artefatto e contraddistinto da molti “happy endings” che, ovviamente, non fanno sempre parte della vita reale. Vedere Alice nel Paese delle Meraviglie che tira una striscia di cocaina impressiona e sconvolge gli affezionati fan della Disney che, dopo aver ricevuto un sonoro “pugno nello stomaco” da parte di Loaiza, si allontanano dal “fantastico” mondo creato da Zio Walt e approdano su una terra senza tabù.
Insomma, “achievement unlocked”: Loaiza è riuscito nel suo obiettivo.