Raccontare e promuovere l’”arte del pizzaiuolo napoletano“, unitamente al percorso di conseguimento dell’iscrizione dell’elemento nella Lista Rappresentativa della Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – Unesco, mettendone in luce i valori sociali e culturali espressi. Questo l’obiettivo della mostra dal titolo “L’arte dei pizzaiuoli napoletani: patrimonio mondiale dell’UNESCO” presentata ieri sera, giovedì 23 gennaio 2020, presso la Cancelleria Consolare dell’Ambasciata d’Italia a Madrid.
Organizzata dalla Regione Campania d’intesa con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, e con la collaborazione della Fondazione UniVerde, dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, la mostra è stata promossa in concomitanza con la Fiera Internazionale del Turismo – FITUR 2020 in corso a Madrid, allo scopo di sottolineare la vitalità e l’attrattiva dell’arte dei pizzaiuoli napoletani che da sempre stimola un turismo responsabile, sostenibile e universalmente fruibile a Napoli e in Campania, dove affondano le radici di questa secolare tradizione dalla quale ha origine la pietanza più diffusa e apprezzata al mondo, la pizza.
All’evento sono intervenuti, tra gli altri: Stefano Sannino, Ambasciatore d’Italia in Spagna; Rosanna Romano, Direttore Generale per le Politiche culturali e il turismo presso la Regione Campania; Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde; Alessandra Priante, Direttore della Commissione Regionale Europa dell’United Nations World Tourism Organization (UNWTO).
L'”arte dei pizzaiuoli napoletani” è un patrimonio di conoscenze artigianali uniche, tramandate di padre in figlio, che presuppongono esperienza, manualità, dedizione, estro, amore e fantasia in una sintesi di eccellenza che viene messa magnificamente in risalto nel percorso espositivo della mostra. Il valore universale di quest’arte viene confermato dalla motivazione ufficiale dell’UNESCO che, nella relazione finale di valutazione, pone l’accento sul «know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale».