Fra le sedi che ospitano la seconda edizione dell’Art Performing Festival, c’è anche l’AvaNposto Numero Zero. Ideato dallo storico dell’arte Gianni Nappa e organizzato in collaborazione con i curatori Emiliano Aiello, Dario Di Sessa, Pantaleo Musarò e Gino Quinto, la società di marketing e comunicazione Global Strategies di Ester Esposito e gli Assessorati allaCultura e al Turismo e alle Politiche Giovanili del Comune di Napoli, l’unico festival italiano delle arti performative animerà la città di Napoli fino al 7 agosto con mostre, concerti e rappresentazioni sui temi Femminile, Mediterraneo e Terra Madre.
Tre, le iniziative in calendario, presso il teatro di Via Sedile di Porto. Si comincia lunedì 24 luglio con un doppio appuntamento; alle 18.00 inaugurazione dell’installazione dell’artista Cristina Cianci, che sviluppa un progetto sul Femminile proponendo un trittico realizzato in tessuto basato sul culto degli ex-voto in cui, oggetto di devozione sono elementi legati alla maternità del corpo femminile, che assume un valore sacro nella sua stessa materialità, intendendo la Materia derivata da Mater, Madre.
Un richiamo alle origine, alla forma che ha contenuto e protetto tutti noi, sublimata nell’idea di Grande Madre Terra. Cristina Cianci si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Napoli, specializzandosi in seguito in Grafica e Incisione. Finalista nel 2004 al Premio Nazionale delle Arti del MIUR, la sua opera L’Albero è stata inserita nella collezione del Museo d’Arte Religiosa Contemporanea di Napoli, nel Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova. Ha all’attivo numerose personali e collettive, anche all’estero.
Alle 20.00, si esibirà il Giuseppe Labriola, in arte Lucio DDTart che porterà sul palco, dopo un’assenza di sette anni, la performance Disastro, un’improvvisazione di denuncia sull’inquinamento, la distruzione del pianeta, l’assenza di rispetto del genere umano per l’ambiente. Un personaggio eremita, sopravvissuto all’ecatombe nucleare porterà, con una sorpresa, il proprio messaggio di speranza, per invogliare tutti noi ad una riflessione. Scultore, pittore e performer, Lucio si è laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli ed è docente di Arte e Immagine.
Alla base della sua ricerca artistica c’è una grande curiosità naturalistica che lo ha portato a studiare Ornitologia e, soprattutto Entomologia dal momento che sono proprio gli insetti, in particolare gli scarabei per le loro forme e i colori dai riflessi metallizzati, i modelli principali delle sue opere, realizzate spesso con materiali riciclati. Da questo interesse deriva il nome d’arte, quello del primo veleno insetticida. Ha presentato i propri lavori in diverse sedi prestigiose, anche all’estero e nel 2016 le sue sculture sono state esposte presso l’atelier Hamak-Ho durante le sfilate di Pitti Uomo a Firenze.
Ispirata dalla cronaca di questa estate di roghi la performance VESUVIO2 del collettivo Ultima Fila Contemporanea in programma mercoledì 26 luglio alle 20.00 che pone il pubblico in diretto contatto con quanto è avvenuto in queste settimane e con la mediaticità delle nostre sensazioni amplificate dai social network e la concretezza della terra, delle piante e della vita distrutte dalle fiamme.
Il collettivo nasce nel 2016 grazie alla collaborazione tra Giovanni De Feo,Simone D’Alterio, Lucrezio Catapano e Salvatore Ianniello, in scena insieme con Luigia Conte, tutti ancora studenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli conosciutisi alle lezioni di Storia dell’Arte Contemporanea sedendo, per l’appunto, in ultima fila. Il loro campo di ricerca spazia dall’arte digitale alle pratiche performative, passando dalle sperimentazioni pittoriche, musicali e installative spesso incentrate sulla relazione tra spazio pubblico e individui.