Da sempre nella cultura cinese è intrinseca l’idea di formare una società ugualitaria, in cui regni uno stato di armonia tra il popolo e i governanti, in particolare durante la dinastia Han (206 a.C – 220 d.C) nacquero diversi movimenti popolari atti a realizzare una civiltà che venne chiamata “tai ping” (suprema pace/uguaglianza).
Ad accendere la consapevolezza nel popolo cinese di poter cambiare la situazione politica del paese, contribui fortemente un testo chiamato “taiping jing”.
Il taiping jing (canone della suprema pace) è un testo scritto da più persone e in diversi periodi storici, possiamo datare la nascita di questo testo tra la fine del I secolo a.C e la metà del II secolo d.C. Il contenuto di questo testo si basa sull’idea che un periodo di pace e armonia (Taiping) stia per sostituire quello di violenza e caos che il popolo stava affrontando in epoca Han. Essendo un testo che abbraccia nei suoi contenuti la cosmologia e la religiosità taoista, auspica una società in cui si manifesti uno stato di armonia tra il Cielo, la Terra e gli uomini, in cui sia il popolo che i sovrani siano in accordo con le leggi della natura, seguendo un percorso personale di “coltivazione interiore” alla ricerca del Tao.
Tra la metà e la fine del periodo Han, la dinastia regnante affrontò delle forti difficoltà, il popolo cinese subì pesanti carestie che portarono a situazioni di estrema povertà, inoltre si verificarono diverse catastrofi naturali che contribuirono a mettere in ginocchio la popolazione. Il taiping jing denunciò testualmente il disinteresse dei sovrani per le difficoltà del popolo, e accusò questi di lassismo e cupidigia, inoltre le varie catastrofi naturali erano secondo il testo, dovute al fatto che gli allora governanti persero il beneplacito del Cielo, e quindi il potere della dinastia Han doveva del tutto terminare per dare spazio all’era “taiping”. Il taiping jing è un testo fortemente innovativo per l’epoca; tratta della necessità di distribuire in modo eguale le ricchezze, infatti, oltre a criticare gli avidi imperatori, contrasta le famiglie che possiedono una ricchezza eccessiva e non necessaria senza aiutare i più bisognosi. Il testo propone la possibilità per i cittadini di presentare proposte all’imperatore per migliorare le condizioni di vita, ritenendo lo stile di vita dei sovrani troppo lontano da quello del popolo, inoltre il taiping jing critica aspramente l’eccessivo giustizialismo.
Il taiping jing ha probabilmente fortemente contribuito alla nascita di vari movimenti di protesta cittadina, i due più importanti e più diffusi furono il movimento dei “turbanti gialli” e quello dei “cinque sacchi di riso”, questi erano entrambi di matrice religiosa taoista.
Movimento dei turbanti gialli: chiamato anche movimento “taiping” (grande pace), ha provocato la più grande rivolta popolare su base religiosa. Il padre di questo movimento fu Zhang Jiao, che nelle vesti di capo religioso taoista e militare, riuscì grazie anche alla sua popolarità come taumaturgo, ad affiliare migliaia di cinesi, tant’è che in solo dieci anni il movimento superò i 100.000 aderenti. Sotto la guida di Zhang Jiao, tantissimi contadini e non solo, si convinsero che il 184 d.C sarebbe stato l’anno della svolta, in cui l’era della “grande pace” avrebbe fatto il suo avvento, portando pace e uguaglianza tra il popolo, per questo consideravano l’era della dinastia Han, terminata. Il movimento taoista di Zhang Jiao godeva anche di simpatia e stima tra gli aristocratici, infatti il governo per molti anni sottovalutò la minaccia rappresentata dai turbanti gialli, veniva infatti considerato soltanto come un movimento di grande pace taoista, ma Zhang Jiao insieme ai suoi fratelli e discepoli, stava organizzando da anni una ben organizzata sommossa militare. Soltanto quando la situazione d’imminente pericolo fu chiara, l’imperatore decise d’intervenire impiegando i migliori ufficiali militari e ben 40.000 soldati per combattere i turbanti gialli. Nonostante i piani di Zhang Jiao non fossero ancora pronti, il leader taoista rispose prontamente agli attacchi; in principio i soldati dell’impero ebbero molte difficoltà a contenere il vasto numero di soldati della rivolta, tuttavia dopo sanguinose battaglie e migliai di morti, l’esercito del governo prese il sopravvento, anche grazie a l’intervento del generale Cao Cao e per la morte per cause naturali del capo del movimento di rivolta Zhang Jiao.
Movimento dei cinque sacchi di riso: il fondatore di questo movimento è Zhang Daoling che secondo la tradizione taoista, dopo anni di percorso acetico ricevette nel 142 d.C delle rivelazioni da parte della divinità Laojun (divinizzazione di Lao zi). Laojun incaricò Zhang Daoling di liberare il mondo dalla decadenza a cui era andato incontro, e di formare uno stato che servisse ad accogliere l’avvento di una nuova era. Zhand Daoling anche lui grazie alla sua fama di taumaturgo e leader spirituale riuscì ad avere molti adepti, e con il contributo di suo figlio e sopratutto di suo nipote Zhang Lu formò un vero e proprio grande stato indipendente nella regione Hanzhong. Lo stato sotto la guida di Zhang Lu fu diviso in 24 circoscrizioni, era minuziosamente governato, con un sistema di leggi basate sull’etica taoista, per entrare a far parte di questo stato indipendende dalla dinastia Han, gli adepti dovevano versare una tassa sotto forma di grano, fu anche grazie a queste tasse che vennero costruite innumerevoli strade, centri di soccorso per i viaggiatori e i bisognosi. La dinastia Han provò per diversi anni a uccidere Zhang Lu e a prendere potere dello stato di Hanzong, ma nonostante innumerevoli tentativi non ci riuscì. Il punto di svolta avvenne solo nel 225 d.C quando dopo l’intervento del signore della guerra Cao Cao (lo stesso che riusci a sconfiggere i “turbanti gialli”), che scese in campo con ben 100.000 soldati, portò Zhang Lu ad arrendersi. Così facendo il capo religioso taoista evitò la morte a molti dei suoi seguaci e nonostante la resa riuscì ad ottenere innumerevoli benefici dai governanti, riuscì infatti a far riconoscere dallo stato il suo movimento religioso, diventando così rappresentante dell’ortodossia taoista in Cina, grazie a questi accordi la genealogia taoista che risale a Zhang Daoling è ancora viva.
Le rivolte atte a realizzare la società dell’uguaglianza in epoca Han, fanno parte del lontano passato, ma tuttavia il segno che hanno lasciato nella storia e nella società cinese ha caratterizzato tutta la storia avvenire di questo paese, numerosi taoisti continueranno a interessarsi e a caratterizzare la vita politica e sociale cinese nel corso dei secoli, è il taoismo non sarà l’unica religione a fare ciò, basti pensare che una delle ultime rivolte cinesi avvenuta nel IXX secolo venne chiamata “rivolta taiping”, tuttavia questa fu una rivolta di stampo cristiano.
L’intenzione di formare una civiltà “taiping” può ancora oggi rappresentare un virtuoso ideale, perché esso porta l’individuo a ricoprire attivamente un ruolo in società, poiché è soltanto nella misura in cui ciascuno assume il proprio posto e agisce correttamente in essa che può irradiarsi una società della “Grande Pace”.