La posa di 17 formelle, con i nomi delle vittime di un attentato terroristico e la piantumazione di un albero in memoria di un innocente morto per mano dello Stato: sono questi i gesti con i quali Milano ha voluto onorare il cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana a Milano. Una ferita inferta al capoluogo meneghino e una pagina controversa per l’Italia intera. La strage di piazza Fontana di Milano si colloca in un contesto storico e sociale caratterizzato da forti tensioni sociali e politiche e, inaugurando la cosiddetta strategia della tensione, ha dato inizio a quel terribile decennio fatto di attentati, che hanno scosso il nostro Paese.
Strage di piazza Fontana a Milano: cronaca di un pomeriggio di terrore
12 dicembre 1969 ore 16.37 una bomba esplode nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano. La filiale, anche se prossima alla chiusura, è ancora piena di gente. I 7 chili di tritolo uccidono 17 persone e ne feriscono altre 87. Un’altra bomba viene rinvenuta inesplosa nella sede della Banca Commerciale Italiana di piazza della Scala e gli artificieri la fanno brillare. La strategia della tensione è iniziata.
La strage di piazza Fontana a Milano non fu l’attentato più sanguinario, ma aprì la strada a tutta una serie di atti terroristici che avvennero nel nostro Paese nell’arco di un decennio.
28 maggio 1974, la strage di piazza della Loggia a Brescia. Muoiono 8 persone e restano ferite altre 102.
4 agosto 1974, la strage dell’Italicus. 12 morti e 48 feriti.
2 agosto 1980, strage di Bologna. Il bilancio fu di 85 morti e 200 feriti.
23 dicembre 1984, strage del rapido 904, passata alle cronache come la strage di Natale. 16 furono i morti e 267 i feriti.
La strage di piazza Fontana a Milano: la vicenda giudiziaria
A distanza di cinquant’anni e sette processi, la strage di piazza Fontana non ha ancora avuto giustizia. Le indagini, all’indomani dell’attentato, sono condotte in modo poco ortodosso e frettoloso; si risente molto del clima sociale di quegli anni caratterizzato da forti scontri politici all’ombra delle contestazioni del ’68. La bomba rinvenuta inesplosa a piazza della Scala avrebbe potuto fornire molti indizi utili, ma fu fatta brillare perdendo così una grande possibilità. I primi a essere dichiarati come i resposabili della strage sono due anarchici. Il primo restò in carcere tre anni e nel 1985 fu assolto. Il secondo, trattenuto in stato di fermo per più di quarantott’ore, morì precipitando dal quarto piano della Questura di Milano.
Un nuovo filone d’inchiesta, che mette le mani negli ambienti neofascisti, porta a un altro processo. Anche stavolta le procedure lasciano qualche dubbio e i due imputati sono assolti. Negli anni Novanta, le dichiarazioni di alcuni pentiti danno nuova attendibilità alla pista neofascista. La sentenza della Cassazione è surreale quanto amara. Pur confermando la responsabilità dell’attentato a carico di Ordine Nuovo, gli imputati sono tutti assolti e i parenti delle vittime condannate a pagare le spese processuali.
Cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana: le celebrazioni
Per celebrare il cinquantesimo anniversario della strage di piazza Fontana, il Comune di Milano ha deciso di inserire nella pavimentazione intorno alla fontana una lapide in memoria della strage provocata da “un ordigno collocato dal gruppo terroristico di estrema destra Ordine Nuovo” e 17 formelle con i nomi delle vittime dell’attentato. In memoria di Giuseppe Pinelli “diciottesima vittima innocente in seguito alla Strage di Piazza Fontana” è stato piantato un albero nei pressi della sua abitazione. Un gesto doveroso per tutelare almeno nella memoria una verità storica che non ha avuto la sua verità giudiziaria.