Gira gira, l’istanza di essere “normali” vince su tutto, i nostri desideri soggettivi devono, sì, potersi esprimere, apparentemente, senza freni, ma senza mai superare la zona di comfort socialmente accettabile, definita dal potere stesso, entro cui esso tollera che accadano.
A proposito di ciò, vale la pena sottolineare che la Abyss produce prevalentemente umanoidi di sesso femminile, la richiesta di umanoidi maschi si ferma al 5%, almeno per ora. Dal momento che il fenomeno è giunto presto all’attenzione delle cattedre di roboetica sparse per il mondo, che s’interrogano sui risvolti etici di tutto ciò, questo dato non è sottovalutabile. Qualcuno, come Kathleen Richardson, ricercatrice di Etica della robotica alla De Montfort University, sostiene un’idea niente affatto grama, l’approccio al sesso previsto e consentito da questo genere di “relazioni”, prevede il possesso pieno, legale, dell’oggetto del desiderio, il suo sfruttamento schiavistico e la possibilità che esso subisca qualunque tipo di pratica imposta dal possessore, incoraggiando, in questo modo, una sempre maggiore diffusione della cultura dello stupro.
Ignorare questo punto di vista potrebbe non essere una buona idea. La previsione è che, entro il 2050, le relazioni erotico sessuali con umanoidi saranno di gran lunga preferite a quelle con gli esseri umani, come ha sostenuto David Levy, autore del libro Love and sex with robots, durante la conferenza ‘Love and Sex with Robots‘ tenutasi alla Goldsmith University di Londra e che il matrimonio tra umani e umanoidi sarà legalizzato. (continua)