Pasolini, in un articolo apparso sul Corriere della sera il 19 Gennaio 1975, dal titolo Sono contro l’aborto, contestando le motivazioni proposte dal partito Radicale a sostegno del referendum sull’aborto, lo accusava, insieme a tutti i progressisti, di essersi appiattiti su una visione conformista e di non aver colto quale fosse la reale natura di questa rivendicazione di libertà: «L’aborto legalizzato è infatti – su questo non c’è dubbio – una enorme comodità per la maggioranza. Soprattutto perché renderebbe ancora più facile il coito – l’accoppiamento eterosessuale – a cui non ci sarebbero più praticamente ostacoli. Ma questa libertà del coito della «coppia» così com’è concepita dalla maggioranza- questa meravigliosa permissività nei suoi riguardi – da chi è stata tacitamente voluta, tacitamente promulgata e tacitamente fatta entrare, in modo ormai irreversibile, nelle abitudini? Dal potere dei consumi, dal nuovo fascismo.
Esso si è impadronito delle esigenze di libertà, diciamo così, liberali e progressiste e, facendole sue, le ha vanificate, ha cambiato la loro natura. Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione, un obbligo, un dovere sociale, un’ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore. Insomma, la falsa liberalizzazione del benessere, ha creato una situazione altrettanto e forse più insana che quella dei tempi della povertà. Infatti, primo risultato di una libertà sessuale “regalata” dal potere è una vera e propria generale nevrosi.».
Per comprendere un fenomeno, può essere utile partire da lontano per sindacare da quali trame sociali esso si sia originato. Il fenomeno in questione è la diffusione, che si prevede sempre maggiore, dei robot del sesso, macchine a diversi gradi di sofisticazione a seconda di quanto in esse la robotica s’incroci con l’intelligenza artificiale e con la realtà virtuale. Il Guardian ha recentemente realizzato un documentario sul tema, ed in giro per il web è possibile trovare diverse notiziole attendibili.
La Kleeman, autrice del servizio per il quotidiano britannico, ha intervistato un possessore di diverse Realdoll, è così che si chiamano le “bamboline” della Abyss -azienda prodruttice californiana leader del settore – che ha dichiarato che il sesso è per lui questione secondaria e che le considera delle compagne di vita. Una giovane donna francese, Lilly, se ne è costruito uno da sola, esiste un Kit per farsi in casa il robot usando una stampante 3D, e il sito australiano news.com.au ha raccontato la sua storia.
Lilly parla della sua passione per gli umanoidi come di una tendenza alternativa all’attrazione per gli umani, verificata sul campo con due relazioni con maschi umani, entrambe fallite. Racconta che la sua relazione con InMoov, è così che lo ha chiamato, la rende veramente e completamente felice, che è in costante crescita, proporzionalmente allo sviluppo degli artifici tecnologici di cui lo può dotare e che desidera sposarlo. Nel frattempo, in Cina, un ingegnere poco più che trent’enne ha inscenato un matrimonio simbolico con una umanoide. (continua)