Missione fallita per il netturbino cosmico made in Japan, KITE ( Kounotori Integrated Tethered Experiment) lanciato insieme al cargo rifornimenti per la ISSKounotori. Il dispositivo sperimentale aveva lo scopo di spostare i detriti spaziali verso un’orbita più bassa per farli disintegrare a contatto con l’atmosfera.
Per farlo KITE si sarebbe servito di un cavo lungo 700 metri – una sorta di guizaglio – in acciaio inossidabile e alluminio fatto partire dal satellite madre e ideato in collaborazione con un’azienda nipponica specializzata nella produzione di strumenti per la pesca. Il guinzaglio percorso da corrente elettrica avrebbe fatto rallentare i detriti grazie anche all’influsso del campo magnetico della Terra. I detriti avrebbero così perso quota fino ad entrare in contatto con l’atmosfera per poi disintegrarsi. “Le operazioni di cattura in orbita di satelliti in disuso è ancora da considerare pionieristica – commentaClaudio Portelli, Responsabile ASI per i detriti spaziali e il controllo degli asteroidi: In ambito internazionale l’argomento della rimozione è uno dei temi importanti discussi al comitato inter-agenzie spaziali chiamato IADC. Le linee guida che potrebbero scaturire da tale comitato sono ancora lì da venire”.
Fin dalla messa in orbita il dispositivo non ha funzionato a dovere e nonostante i ripetuti tentativi di salvataggio dei tecnici da terra, la missione è stata dichiarata fallita. Il tentativo giapponese rappresenta solo l’ultima delle iniziative messe in campo dalle agenzie spaziali di tutto il mondo per la soluzione del problema degli space debris.
L’ESA sta attuando una pianificazione nel lungo termine per diminuire il numero di detriti nello spazio con lo sviluppo di una serie di iniziative tecnologiche quale quella di “e-Deorbit”. Tale missione prevede l’utilizzo di un veicolo spaziale – operante da800 fino a 1000 chilometri di altezza – in grado di catturare satelliti in disuso per poi farli precipitare in modo controllato e in tutta sicurezza nell’atmosfera.
Va considerato infatti che i satelliti in disuso si configurano nel lungo termine come sorgenti di detriti spaziali pericolosi a seguito di accidentali collisioni con eventuali frammenti, quindi si ritiene opportuna la loro rimozione nel medio termine.