Vibrazione reggae al Dum Dum Republic. Fede incrollabile in peace&love, libertà, diritti umani, amicizia e cultura saranno i temi attraverso cui si snoderà il nuovo appuntamento della rassegna “Anyway it’s Dum Dum Time”, in un viaggio musicale dal Cilento alla Jamaica Island.
L’arena sul mare del microcosmo del Dum Dum si trasforma così in una dancehall all’aperto con Lampa Dread icona della cultura del sound system in Italia, che fa tappa a Paestum dopo aver attraversato mezza Europa nelle ultime settimane con il tour di “Rototom&Friends Europe”: 12mila km da Madrid, passando per Bilbao, Zurigo, Praga, Amsterdam, Zurigo, Innsbruck etc… in attesa di Rototom Sunsplash, il festival reggae alternativo in programma questa estate in Spagna.
Un live set per lasciarsi trasportare dalla musica con il sound system che diventa arma di resistenza sonora e di diffusione culturale nel meraviglioso scenario naturale del sole al tramonto. Il reggae, nato come musica di sofferenza, diventa condivisione, vicinanza e identificazione, oltre i confini, per creare un “luogo in cui realmente un altro mondo è possibile”. Un messaggio di libertà nato nei Caraibi dalla sofferenza della schiavitù, con un’eco mondiale, fino ad allargarsi e coinvolgere bianchi e neri, senza discriminazioni, oppressi dalle barriere mentali.
“È un’emozione sapere che esiste un posto diverso come il Dum Dum, con una visione – raccontaLampa Dread – La prima volta che sono venuto a suonare qui sono impazzito: ho riconosciuto la spiaggia dove ho mosso i primi passi della mia vita. Romano solo nell’accento e nella residenza, ma cilentano nell’animo – insiste – È un legame fortissimo con questa terra, i miei genitori sono cilentani, di Felitto. Ricordo che da piccoli scendevamo a mare, proprio dove oggi sorge il Dum Dum. Il Cilento è una magia e appena posso scappo dalla città e cerco di fermarmi qualche giorno. Poi la primavera ha un sapore speciale, è un’esplosione di colori, dal giallo al rosso: una bellezza naturale che incrocia inoltre le suggestioni delle gole del Calore, scendendo giù lungo il fiume”.
Lampa Dread, pioniere del reggae italiano, ha fondato il primo sound system di Roma, il One Love Hi Pawa. Con i suoi lunghi capelli dread attorcigliati sulla testa da oltre 25 anni, è considerato l’ambasciatore della musica in levare in Italia, una delle figure più apprezzate dello scenario reggae in ambito nazionale ed internazionale. Definisce la musica giamaicana “una malattia”. Per lui “respect” da tutti, anche dagli artisti giamaicani, dove ha vissuto gran parte della sua vita. Durante gli anni ’80 inizia a condurre uno dei primi programmi radio della capitale dedicati al reggae, ma è alla fine del decennio che diventa famoso quando nasce il format radiofonico “Daje Pure Te”, ancora oggi in onda sulle frequenze di Radio Onda Rossa. Poi, nel 1991, la nascita di One Love Hi-Pawa: “un’esigenza naturale”, per Lampa Dread, influenzato dal background punk e dal primo revival ska, cresciuto ascoltando rock, tra Sex Pistols e Clash, e poi la conoscenza della cultura giamaicana, da Bob Marley al mainstream.
Una profonda passione per il reggae che nasce dalle cover dei Clash di due brani giamaicani, tra cui “Police And Thieves” di Lee Perry. E poi, “White Riot”, album sempre dei Clash in cui si parla degli scontri a Notting Hill e che recita “se questi neri fanno la rivolta io pure voglio la mia di rivolta bianca”: non una richiesta razziale, ma bianchi e neri che si incrociano per le strade accomunati dalla stessa passione per la musica. E ancora il ruolo svolto dalla radio nella diffusione, con le prime trasmissioni dedicate, la traduzione dei testi, la ricerca storica di tutto ciò che è legato al reggae, i movimenti revival e lo stesso hip hop, figlio della cultura del sound system.