È dietrofront per i filo russi. Oggi dal municipio di Slovyansk, le forze ucraine sventolano la bandiera nazionale. Dopo i duri attacchi da parte delle forze ucraine i filo russi non hanno retto. Il leader della Repubblica popolare Donetsk, Aleksandr Borodai, ha riferito all’agenzia di stampa Interfax che le sue forze sono state respinte da un’offensiva “su larga scala”.
Attacchi e bombardamenti, è cosi che la OAT continua a fare vittime. È questa l’operazione antiterrorismo lanciata dal governo di Kiev a metà aprile per “annientare le sacche di resistenza armata nelle regioni orientali” come ha dichiarato il ministro degli interni Avakov. Le “Sacche di resistenza” si sono concentrate nelle regioni orientali separatiste del Luhansk e Donetsk ed è qui che le forze ucraine sono riuscite a riprendere il controllo di 23 dei 36 distretti delle regioni ribelli.
La tregua che era stata dichiarata da Poroshenko è durata solo una settimana, il 1 luglio i bombardamenti sono ricominciati in larga scala, in particolare nella zona di Kramatorsk, un attacco in cui è stato denunciato l’uso di bombe a frammentazione 9N235. Diverse fonti riportano l’utilizzo da parte del governo di Kiev dell’aviazione e armi pesanti; infatti secondo quanto riportato da Russia Today a Sloviansk numerosi mortai sono caduti in pieno giorno in un quartiere residenziale ferendo a morte almeno tre persone e sempre durante la stessa operazione è stato colpito un asilo.
Ribelli e forze governative, nel mezzo i civili. E non è certo con questi mezzi che il governo di Kiev sta appoggiando la popolazione o ottenendo consensi. Secondo infatti Hennadiy Moskal, deputato del partito Patria, in passato al fianco di Viktor Yushenko, il risultato paradossale dell’OAT è stato quello di avvicinare la popolazione ai ribelli. Molti funzionari locali, comprese le forze dell’ordine, “sono passati dall’altra parte, sentendosi abbandonati, o peggio, trattati come terroristi” da Kiev.
E le voci che arrivano dall’UE , come dagli Usa sono quasi nulle. Non c’è al momento una condanna sul coinvolgimento dei civili nelle azioni militari portate avanti da Kiev. Mentre attraverso dei colloqui telefonici avvenuti tra Poroshenko, Hollande e la Merkel è stato previsto nei prossimi giorni un incontro per concordare le condizioni del “cessate il fuoco”.
La Russia nel frattempo ha invece dato il via a manovre militari nel Mar Nero con 20 navi da guerra e oltre 20 fra cacciabombardieri ed elicotteri.