Vis-à-vis numero dieci tra JUNO e il ‘gigante gassoso’. La sonda NASA ha compiuto un sorvolo ravvicinato nell’atmosfera agitata di Giove completando con successo il decimo sorvolo scientifico del pianeta; nel momento di massimo avvicinamento al pianeta (‘perigiove’), la sonda ha raggiunto una distanza di 3500 chilometri dalla sua superficie.
Durante i flyby scientifici, il trasmettitore X-band che quello Ka-Band a bordo della sonda consentono di trasferire i dati in tempo reale a Terra, su una delle antenne del Deep Space Network della Nasa a Goldstone, in California. Tutti gli strumenti scientifici di Juno e la camera nella luce visibile JunoCam del erano in funzione durante il sorvolo, raccogliendo dati che ora vengono restituiti alla Terra.
A bordo della sonda otto strumenti, tra cui i due esperimenti italiani realizzati con il supporto e il coordinamento dell’Asi.
Si tratta della camera a infrarossi con lo spettrometro Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), uno strumento chiave di Juno, realizzata da Leonardo-Finmeccanica sotto la guida scientifica dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), e dell’esperimento di radioscienza KaT (Ka-band Translator/Transponder), realizzato da Thales Alenia Space, sotto la responsabilità scientifica della Sapienza Università di Roma.
Il primo studierà la dinamica e la chimica delle aurore gioviane nel vicino infrarosso, il secondo invece analizzerà la struttura interna del pianeta, con l’obiettivo di mappare il campo di gravità di Giove.
Lanciata il 5 agosto 2011 da Cape Canaveral e giunta nell’orbita di Giove il 4 luglio dello scorso anno (in Italia era il 5) – Juno ha il compito di studiare l’origine, l’evoluzione e la struttura interna del pianeta, la magnetosfera polare, l’origine del campo magnetico, l’abbondanza di acqua, la caratterizzazione dei venti nella bassa atmosfera e le quantità di ossigeno e azoto.