Juan Carlos Unzué, portiere che ha militato nelle file di Barcellona, Siviglia e Tenerife, ha pubblicamente dichiarato si avere la Sclerosi Multipla Amiotrofica conosciuta anche col nome di SLA. Una malattia che ha colpito anche altre personalità del calcio, anche in Italia come ad esempio: Gianluca Signorini e Stefano Borgonovo.
Carriera di un portiere e di un allenatore che non si è mai allontanato dalla Spagna
Unzué nasce nel 1967 ed esordì con l’Osasuna nel 1986 per passare poi al Barcellona nel 1988. Due stagioni da portiere di riserva, proficue dove vinse Coppa di Spagna e Coppa delle Coppe, ma per lui era una vita da secondo che gli stava stretta e passò al Siviglia, dove visse sette campionati da protagonista, poi Tenerife, Oviedo e Osasuna. Dopo essersi ritirato è entrato nello staff tecnico del Barcellona, preparatore dei portieri per sette stagioni, ma è stato anche poi collaboratore prezioso di Luis Enrique al Celta e soprattutto al Barcellona. Nelle ultime stagioni ha allenato il Celta e il Girona. Una carriera che non lo ha mai visto allontanarsi dal suo Paese di origini.
Juan Carlos Unzué e l’annuncio della SLA
Una brutta notizia quella della malattia che non è rimasta segreta per molto. Lo stesso ex portiere ha voluto far sapere pubblicamente quale fosse il suo stato di salute. Un annuncio fatto al Camp Nou non da solo ma insieme ai suoi ex compagni di squadra ma soprattutto amici come Luis Enrique e Eusebio Sacristan. L’ex portiere ha dichiarato che di sapere benissimo che il suo percorso sarà lungo e durissimo ma lotterà fino alla fine
La SLA e il calcio
La sclerosi laterale amiotrofica (o SLA) è una malattia che colpisce il sistema nervoso e che porta fino alla paralisi. La SLA conosce abbastanza bene il mondo del calcio visto che non sono stati pochi i calciatori che ha colpito. L’esempio più noto è quello di Stefano Borgonovo attaccante che ha militato in Serie A con le maglie di Milan e Fiorentina. Una lunga lotta la sua che lo ha portato nel 2008 a creare la Fondazione Stefano Borgonovo Onlus per sostenere la ricerca contro la SLA e sconfiggerla definitivamente. Morì a Firenze nel Giugno 2013 per lo stadio troppo avanzato della sua malattia.
«Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso. Vorrei urlare con voi canti di gioia, ma non posso. Vorrei che questo fosse un sogno dal quale svegliarmi felice, ma non lo è. Vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata.»
Queste le parole di Gianluca Signorini ricordato anche col nome di “Il Capitano” dai tifosi del Genoa. Poco dopo il ritiro dal calcio giocato è stato colpito dalla SLA che lo porterà alla morte all’età di 42 anni.