Si è concluso ieri a Mosca il IX Festival dell’arte italiana (25 -29 marzo 2019, “Suggestione di Puglia”), un incontro culturale importantissimo organizzato dal CESVIR, Centro Economia e Sviluppo Italo-Russo. Il Festival è un momento di incontro tra due culture che da anni organizzano eventi volti a rafforzare i legami tra i popoli e a sviluppare la diffusione di valori comuni. In questo contesto, si inseriscono anche il Festival dell’arte russa a Bari “Gardino estivo delle arti” (nel mese di maggio) e il Festival dell’arte italiana a Mosca: Suggestioni di Puglia “Giardino estivo delle arti” (nel mese di dicembre), manifestazioni inserite nel programma ufficiale della Commissione mista russo-italiana per la cooperazione culturale e la formazione.
La IX edizione del Festival dell’arte italiana della Regione Puglia, ha esportato oltre Urali la cultura e l’arte pugliese attraverso eventi legati alla musica locale, alla formazione e allo spettacolo, organizzate in alcune delle location più importanti di Mosca. Quest’anno, “Suggestione di Puglia”, grazie alla collaborazione ormai già consolidata con il Conservatorio di Bari Niccolò Piccinni e l’Accademia delle Belle Arti di Bari, ha presentato due giovanissimi solisti provenienti dal Conservatorio di Bari, Roberto Imperatrice al pianoforte e Niccolò Fino alle percussioni che hanno riscosso un grande successo di pubblico. Quest’anno inoltre, si è esibita per la prima volta l’Orchestra popolare “La Notte della Taranta” che ha fatto conoscere la pizzica al popolo russo nella splendida Cattedrale di Cristo Salvatore in cui l’anno scorso sono state traslate le reliquie San Nicola, visitate da centinaia di russi.
Il programma della IX edizione del Festival dell’arte italiana della Regione Puglia ha compreso anche un momento importante dedicato alla formazione che si è concretizzato in tre masterclass all’Università Statale della Cinematografia di S. Gerasimov e al Conservatorio Statale P. I. Chajkovskij con “Testimonianze materiali e immateriali, tracce di una presenza” a cura del prof. Arch Giancarlo Chielli direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Bari; il masterclass di pianoforte a cura del docente del Conservatorio Piccinni di Bari, Nicola Ventrella, e il masterclass “La Russia cantata in italiano. Melodrammi in ambientazione russa nell’Ottocento” a cura di Emanuele D’Angelo docente in storia dello spettacolo.
Ed è proprio al prof. Emanuele D’Angelo che rivolgiamo qualche domanda su questa intensa cinque giorni di eventi d’arte e cultura a Mosca:
Con il suo intervento ha aperto il primo giorno del Festival. E’ la prima volta che partecipa al Festival dell’arte italiana della regione Puglia a Mosca? quali sono state le sue impressioni?
È la prima volta che partecipo al Festival, ed è la prima volta che visito Mosca. Il bilancio è positivo oltre ogni previsione: l’incontro tra culture distanti ma ideali per dialogare e intrecciarsi tra loro, ottimamente ideato e organizzato, consolida le relazioni esistenti e crea armoniosamente nuovi ponti di amicizia e collaborazione a più livelli.
“La Russia cantata in italiano. Melodrammi di ambientazione russa nell’Ottocento” è l’argomento che ha scelto per il suo intervento. Ci spiega meglio di cosa si tratta?
Ho colto l’occasione dell’incontro cogli studenti della prestigiosa università moscovita per parlare di come gli italiani hanno immaginata la Russia nell’Ottocento mediante il melodramma: è l’invito a ricostruire il punto di vista corretto per contestualizzare arte e cultura prodotte in un dato momento e in un dato luogo, per comprendere i motivi delle loro caratteristiche e, con esse, la particolare sensibilità e l’immaginario condiviso di un preciso pubblico di fruitori. Ho tentato di sintetizzare, soffermandomi brevemente su alcune opere significative, i modi di rappresentazione della Russia in Italia tra Donizetti e Giordano, tra luoghi comuni e faticosa ricerca di colore locale.
i legami culturali ed economici tra il nostro paese e la Russia erano saldi anche all’epoca degli zar; in quel periodo era diffuso nelle corti russe il melodramma italiano?
Certamente. Furono gli italiani, nel Settecento, a portare il melodramma in Russia, proprio presso la corte imperiale, e l’opera italiana ebbe successo anche nel secolo seguente. Basti pensare alla commissione a Verdi di un’opera scritta espressamente per il teatro di Pietroburgo, “La forza del destino”
Ricordiamo inoltre, che proprio nell’ambito della formazione, verrà formalizzata tra qualche mese una importante convenzione tra l’Accademia delle Belle Arti di Bari e l’Università statale della cinematografia Gerasimov (VGIK) di Mosca che consentirà a docenti e studenti di fare apprendistato nella prestigiosa Università moscovita, e ai russi di fare altrettanto presso l’Accademia di Bari.
articolo presente in www.sguardoadest.it