Lo Ius Soli torna a infiammare il dibattito politico in Italia. La legge per il riconoscimento della cittadinanza italiana a cittadini stranieri, allorquando si verifichino determinte circostanze, stenta a partire. L’iter burocratico deve, infatti, affrontare non solo l’opposizione dei partiti di destra, ma anche di parte delle forze di Governo. Dopo l’annuncio di Nicola Zingaretti, segretario del PD, di volerlo reinserire nell’agenda politica, il Ministro degli Esteri e leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha posto un freno.
Secondo la legge 91 del 1992, in Italia la cittadinanza si acquisisce con lo ius sanguinis, con il vincolo di sangue, cioè, che consente di trasmettere automanticamente la cittadinanza di padre in figlio, ma non solo. Possono ottenere la cittadinanza italiana anche coloro che sono nati in Italia da genitori ignoti o apolidi o che non seguono la cittadinanza dei loro genitori secondo le leggi del Paese di provenienza. In ultimo coloro che sono stati trovati nel territorio della Repubblica Italiana senza genitori e si sia accertato che non abbiano nessun’altra cittadinanza. In questi casi deve essere fatta espressa richiesta presso il Comune di residenza. Ottiene di diritto la cittadinanza italiana anche contrae matrimonio con un cittadino italiano o chi viene adottato da genitori italiani.
Nel 2015 viene proposto il disegno di legge denominato Ius Soli che introduce in Italia il diritto alla cittadinanza a tutti coloro che sono nati nel territorio italiano. Il testo di legge ottiene l’approvazione in prima lettura alla Camera ma viene bloccato in Senato.
Le proposte per lo Ius Soli in Italia
Per sbloccare l’iter legislativo di questa norma, al disegno base sono state apportate delle modifiche e attualmente le proposte presentate in Commissione sono tre:
- La proposta a firma di Laura Boldrini: possono ottenere la cittadinanza italiana coloro i quali sono nati in Italia da genitori stranieri di cui uno regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno al momento della nascita del figlio e coloro che sono nati in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia. In questi casi i genitori ne fanno richiesta per il figlio; qualora non sia stata presentata alcuna domanda, il soggetto ne può fare richiesta entro due anni dal compimento della maggiore età. Possono diventare cittadini italiani anche coloro che siano entrati nel territorio italiano entro il decimo anno di età, vi abbiano regolarmente soggiornato fino al compimento della maggiore età facendone richiesta entro i sedici anni. La proposta di legge della ex Presidente della Camera introduce anche un atro concetto: quello dello Ius culturae. Secondo tale principio, il figlio minorenne di genitori stranieri può ottenere la cittadinanza italiana se ha seguito un percorso di istruzione primaria o secondaria di primo o di secondo grado.
- La proposta di Renata Polverini: la proposta dell’ex Presidente della Regione Lazio è incentrata esclusivamente sullo Ius Culturae. Gli stranieri nati in Italia e che hanno completato il corso di istruzione primaria, così come previsto dal nostro ordinamento, se residente legalmente fino a quella data, può richiedere la cittadinanza in qualunque momento. Lo straniero che è nato in Italia può acquisire la cittadinanza italiana se risiede nel nostro paese da almeno tre anni e previo superamento di un esame che ne accerti la conoscenza della cultura e della lingua italiana.
- La proposta di Matteo Orfini: è definito uno Ius Soli temperato. Prevede la cittadinanza per i bambini nati in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno risieda da almeno cinque anni o sia in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo. Il testo affronta anche lo Ius Culturae. I bambini arrivati in Italia prima dei dodici anni possono richiedere la cittadinanza se hanno seguito un percorso formativo di almeno cinque anni.
La legge sullo Ius Soli in Italia rappresenta un grosso motivo di scontro tra le fazioni politiche. Se da un lato si prende in considerazione la ricchezza che milioni di immigrati regolari possono apportare al nostro Paese, dall’altro si rivendica una specificità che non ammette contaminazioni. Un dibattito che torna alla ribalta a ridosso della Giornata Mondiale dell’infanzia che non mancherà di fornire i suoi agghiaccianti dati sulla condizione dei bambini nel mondo.