Italiano lingua da preservare con sanzioni e multe? Si, proprio questa è la nuova proposta firmata FdI che si vuole portare a casa per eliminare l’inquinamento straniero dal lessico dell’italico stivale.
Benedetti politici! Prima non vogliono essere accostati al Ventennio e poi tirano fuori proposte che fanno pensare, seriamente, al fatto che si aggiri fra i banchi parlamentari e governativi un manipolo di nostalgici?
Il Popolo d’Italia – 1923
«Basta con gli usi e costumi dell’Italia umbertina, con le ridicole scimmiottature delle usanze straniere. Dobbiamo ritornare alla nostra tradizione, dobbiamo rinnegare, respingere le varie mode di Parigi, o di Londra, o d’America. Se mai, dovranno essere gli altri popoli a guardare a noi, come guardarono a Roma o all’Italia del Rinascimento…»
Se allora, però, buona parte dell’intellighenzia del momento: da D’Annunzio a Gentile applaudirono oggi non è esattamente così. Stroncature sono arrivare un po’ da diversi ambienti politici e culturali. ‘Crusca’ in primis.
“La proposta di sanzionare l’uso delle parole straniere per legge, con tanto di multa, come se si fosse passati col semaforo rosso, rischia di vanificare e marginalizzare il lavoro che noi, come Crusca, conduciamo da anni allo scopo di difendere l’italiano dagli eccessi della più grossolana esterofilia, purtroppo molto frequente”.
Professor Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca ad ADN Kronos
Questa la risposta alla proposta di legge FdI: “Disposizioni per la tutela e la promozione della lingua italiana”.
Il giudizio delle opposizioni in Parlamento lapidario e oltremodo tranchant:
“Una proposta comica”, “Cretina”, “Che rasenta il ridicolo”.
Al di là degli schieramenti, sinceramente, non una bella pagina di politica ma solo l’ennesimo esercizio ideologico applicato a questioni che andrebbero, magari, affrontate con un maggiore buon senso ed un tempismo molto più accorto. Possiamo dire che questo è un Paese dove quello della tutela e promozione della lingua è un problema di cui non si capisce l’urgenza e la necessità?
Intervista a cura di Serena Bonvisio