Italia USA: il caso di Artem Uss non è il titolo di una nuova fiction italo americana ma una di quei fatti che passano nelle cronache ed a cui non si da tanto conto ma che, in realtà, se ci si sofferma un minuto appaiono in tutto e per tutto davvero surreali.
La storia è, ormai, anche più che di dominio pubblico. L’imprenditore russo era detenuto in Italia. Ne era stata richiesta l’estradizione da parte degli Stati Uniti. I reati di cui era accusato in America erano diversi ma spicca quello di contrabbando di petrolio con il Venezuela.
In realtà agli americani interessava davvero tanto perché lo ritenevano essere uno degli oligarchi più vicino al governo russo. Quindi, ci tenevano molto ad averne al più presto la custodia. Caso (!?) ha voluto che Uss venisse prima collocato ai domiciliari dai magistrati di Milano, quindi fornito di braccialetto elettronico e poi che questi facesse perdere le proprie tracce sparendo.
Italia USA: il caso giudiziario e quello politico
Immediatamente il caso giudiziario Artem Uss è divenuto un caso politico che ha visto contrapporsi da un lato i magistrati del capoluogo lombardo e dall’altro addirittura il Ministro di Grazia e Giustizia che è sceso in campo in prima persona inviando ispettori del ministero a Milano per acquisire tutte le informazioni atte a capire cosa fosse davvero successo.
I magistrati milanesi si sono sentiti messi sotto la lente d’ingrandimento e non hanno affatto gradito l’ispezione tacciando il ministro di essere andato oltre il perimetro delle proprie prerogative e voler combattere una guerra politica contro di loro.
Sarà un caso ma appena si sfiora l’argomento giustizia gli animi s’incendiano come cerini neanche sfregati e la ridda delle polemiche e delle contrapposizioni esce fuori senza colpo ferire. Chi ha torto e chi ragione ce lo dirà solo il tempo ora resto un problema in più per il governo italiano: arginare la collera americana che, si sa, poco digerisce questo tipo di fatti ed è molto sensibile quando ci sono propri interessi in ballo.
Intervista a cura di Serena Bonvisio