Crisi: parola-tormentone di questi ultimi anni. In ogni dove è possibile scorgere la sua presenza, dagli occhi della gente, dalle attività commerciali cedute, dai silenzi e dai sorrisi smorzati di chi è effettivamente si ritrova sul lastrico. La crisi “mette in crisi” e ci induce a riportarne necessariamente gli effetti all’interno di una quotidianità amara e desolante. Come un virus che invade e pervade, ci guardiamo intorno e ne siamotutti affetti, pochi esenti. Questa volta ad essere colpito è il mercato dell’editoria, i dati forniti dall’indagine Nielsen presentata dall’Associazione Italiana Editori in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro di Torino, sono allarmanti. Una fotografia ingigantita di un mondo che non legge e non si informa più, i fatturati parlano chiaro. Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori, (Aie) commenta i dati in perdita. Nel 2013 il comparto ha perso il 6,2% come fatturato e il 2,3% come numero di copie vendute. Questo trend negativo è stato confermato nel primo semestre del 2014 con un -5,4%. Dall’altra parte della barricata, avanzano gli Ebook, il nemico della carta. Il digitale continua infatti a farsi strada, ad affermarsi come nuova realtà economica e sociale, i dati confermano una crescita del 14% annuo.
Se i conti son giusti e proseguendo di questo passo, le case editrici avranno un’autonomia finanziaria limitata a due anni di esercizio. Tutto questo quanto potrebbe giovare al mondo della carta e a tutto ciò che c’è dietro l’ideazione di un libro? E’ una domanda lecita se pensiamo che l’involontaria serrata delle piccole librerie in Italia reca danni non solo ai librari, ma soprattutto ai lettori. Non possiamo dimenticare che dopo 95 anni di intensa attività, la Libreria Guida di Napoli ( una delle case editrici leader nel settore), ha chiuso. Insieme ad essa la storica Libreria Bocca di Milano e la Odradeck di Roma. La lettura è scesa in fondo alla scala degli desideri così come i beni di prima necessità. Il vortice recessivo non risparmia nemmeno le antiche tradizioni, il rispetto per la cultura viene meno come l’inchiostro sbiadito su pagine bianche illeggibili,che non lasciano più il segno. La crisi economica è stata in grado di cancellare l’indelebile, di spazzare via non solo migliaia di posti di lavoro, ma anche la memoria di un passato che porta con sé l’odore della carta appena stampata e la carezza profusa alla copertina di un libro che dopo molte ricerche, sarebbe stato finalmente nelle nostre mani. L’unico baluardo di speranza è confermato dai libri per bambini. Negli store e nella grande distribuzione, è stato registrato un aumento di vendite dei libri illustrati per bambini, un dato che si presenta controcorrente rispetto a quello dei ragazzi. Polillo dichiara: “ le famiglie e i bambini credono ancora nel valore della lettura, il digitale si sta imponendo e permette nuove esperienze di lettura”.
Tuttavia, secondo gli editori, i principali fattori di ostacolo alla lettura dei libri sono la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura, (44,5%), il basso livello culturale della popolazione (36,6%), politiche pubbliche di incentivazione all’acquisto dei libri inadeguate (35,3%); scarsa promozione dei libri e della lettura da parte dei media (23,4%). Per accrescere la domanda ed ampliare il pubblico dei lettori, gli editori puntano sulle librerie indipendenti (39%) e sui canali di distribuzione online (30,8%).
Internet diventa dunque lo spazio per farsi conoscere come autori emergenti, per comprare online senza affrontare le grandi spese di un esercizio commerciale, ma c’è anche chi, dall’altra parte, decide di lavorare di fantasia cercando una risposta strategica alla crisi. A Milano ha aperto Open una vera e propria oasi di benessere mentale con un target trasversale. Dalla vendita di libri cartacei e lettura in formato digitale. Si può leggere comodamente sui divani . Si potrà anche partecipare a dei workshop, che insegna come creare un libro interattivo, al laboratorio di presentazione di applicazioni per bambini. I paradigmi sono cambiati così come si sono modificate le esigenze degli italiani in risposta alla crisi. Diviene necessario reinventarsi, utilizzare l’ingegno, ma soprattutto osare in un mondo in cui la concorrenza è l’unico mezzo per accattivarsi il mercato con la messa in opera delle proprie possibilità e risorse.