La guerra tra Russia e Ucraina ha portato l’Italia a guardarsi intorno per quanto riguarda le fonti di approvvigionamento del gas.
Da dove quali saranno le fonti del gas per l’Italia?
Che il nostro paese debba necessariamente trovare nuove fonti per il gas è un dato di fatto. Il compito non è facile visto che nel 2021, il gas russo rappresentava il 43% della totalità del gas che l’Italia ha utilizzato. Come fare, quindi? Tanto lavoro e soprattutto un nuovo “tavolo” di collaborazioni con gli altri paesi che esportano sia gas liquido che gas tramite le “classiche” tubazioni.
L’Algeria
Alla fine dello scorso mese di febbraio il ministro Luigi Di Maio è andato in Algeria alla ricerca di nuove forniture di gas. Nel 2020, il paese nord-africano è stato il secondo fornitore di gas dell’Italia, con una quota di quasi il 23 per cento sul totale importato. Il gas algerino arriva in Italia attraverso il gasdotto TransMed.
Secondo le stime della piattaforma Platts Analytics, nel 2022 l’Algeria potrebbe fornire all’Europa addirittura altri 7 miliardi di metri cubi di gas attraverso il TransMed. Una bella prospettiva che va incontro a due problemi:
- l’instabile politica interna che potrebbe portare a scossoni sul piano degli accordi internazionali
- la crescente domanda nazionale di gas
Il Qatar
Il Qatar è uno dei principali esportatori al mondo di gas liquefatto (meglio conosciuto come GNL) ed un fornitore importante per l’Italia visto che il 10 per cento del totale del gas che il nostro paese acquista dall’estero è qatariota. Il GNL dal Qatar che giunge in Italia viene rigassificato (cioè riportato alla forma gassosa) all’interno del terminale di Adriatic LNG a Rovigo, di proprietà di ExxonMobil. Il ministero della Transizione ecologica ha recentemente autorizzato l’aumento della capacità di rigassificazione dell’impianto, che verrà portata da 8 a 9 miliardi di metri cubi all’anno.
Il Congo
Il 10 marzo Draghi ha parlato al telefono con il presidente del Congo, Denis Sassou Nguesso, di maggiore cooperazione sull’energia.
In Congo è attiva Eni, che nel 2020 ha prodotto qui 18 milioni di barili di petrolio e condensati e 1,4 miliardi di metri cubi di gas. Eni ha intenzione di attivare nel 2023 un progetto sul gas liquefatto in Congo, nel blocco Marine XII. Il sito, si stima, raggiungerà una capacità di liquefazione di quasi 2 milioni di tonnellate all’anno. Il gas verrà destinato sia al consumo congolese, sia all’esportazione in forma di GNL.
L’Azerbaigian
Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev. Hanno parlato del “rafforzamento della cooperazione bilaterale, in particolare nel settore energetico”: nel 2021 – il TAP, il gasdotto che dallo stato “orientale” porta il gas anche qui in Italia, è entrato in funzione a fine 2020.