Ogni giorno una bella notizia. Una volta è l’euro, un’altra è lo spread, poi lo scudo, poi chi si ricandida e alla fine arriva l’Istat che ci dà le stime reali delle condizioni di vita nel Belpaese. In Italia ci sono ormai ben otto milioni di poveri pari all’11,1% delle famiglie; nel 2011 il 5,2% dei nuclei familiari ha vissuto in povertà assoluta, in tutto quasi 3,5 mln di persone
Nel 2011, l’11,1% delle famiglie è relativamente povero (per un totale di 8,173 milioni di persone) e il 5,2% lo è in termini assoluti (3,415 milioni). La soglia di povertà relativa, per una famiglia di due componenti, è pari a 1.011,03 euro mensili. E’ quanto emerge dai dati sulla povertà in Italia diffusi oggi dall’Istat. Povertà assoluta aumenta in famiglie di operai.La povertà in Italia è rimasta stabile nel 2011 ma sono peggiorate la condizione delle famiglie operaie la cui incidenza di povertà assoluta è passata dal 6,4% del 2010 al 7,5% del 2011. L’incidenza di povertà assoluta cresce anche tra le famiglie con a capo una persona con profili professionali e/o titoli di studio bassi: con licenza elementare (dall’8,3% al 9,4%) o di scuola media inferiore (dal 5,1% al 6,2%). Migliora invece la condizione delle famiglie di dipendenti o dirigenti. Nel 2010 era relativamente povero il 5,3%, nel 2011 il 4,4%. A rischio povertà 7,6% famiglie italiane. Il 7,6% delle famiglie italiane è a rischio povertà . L’Istat spiega come queste famiglie si trovino poco al di sopra della linea convenzionale di povertà e, ad esempio con una spesa improvvisa, potrebbe classificarsi tra le famiglie povere. Secondo l’Istat anche tra le famiglie non povere esistono gruppi a rischio di povertà ; si tratta delle famiglie con spesa per consumi equivalente superiore, ma molto prossima, alla linea di povertà : il 3,7% delle famiglie residenti presenta valori di spesa superiori alla linea di povertà di non oltre il 10%, quota che sale al 6,5% nel Mezzogiorno. Le famiglie ‘sicuramente’ non povere, infine, sono l’81,4% del totale, con valori pari al 90,5% del Nord, all’87,5% del Centro e al 63,8% del Mezzogiorno. Esaminando i gruppi di famiglie sotto la soglia di poverta’ standard, risultano ‘sicuramente’ povere, cioè quelle che hanno livelli di spesa mensile equivalente inferiori alla linea standard di oltre il 20%, circa 1 milione 272mila famiglie, il 5,1% del totale delle famiglie residenti. Il 6% delle famiglie residenti in Italia risulta ‘appena’ povero (ha una spesa inferiore alla linea di non oltre il 20%) e tra queste più della metà (cioè il 3,3% del totale delle famiglie) presenta livelli di spesa per consumi molto prossimi alla linea di povertà (inferiori di non oltre il 10%). In Sicilia e Calabria un quarto delle famiglie è povero. In tutte le regioni del Mezzogiorno, ad eccezione dell’Abruzzo, la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese. Le situazioni piu’ gravi si osservano tra le famiglie residenti in Sicilia (27,3%) e Calabria (26,2%), dove sono povere oltre un quarto delle famiglie. E’ quanto emerge dai dati diffusi dall’Istat sulla povertà in Italia. Aumenta inoltre l’intensità della povertà relativa, dal 21,5% al 22,3% in un anno. I poveri, quindi, sono diventati ancora più poveri. Osservando il fenomeno con un maggior dettaglio territoriale, la provincia di Trento (3,4%), la Lombardia (4,2%), la Valle d’Aosta e il Veneto (4,3%) presentano i valori più bassi dell’incidenza di povertà . Si collocano su valori dell’incidenza di povertà inferiori al 6% la Toscana, l’Emilia Romagna e le Marche (5,2%), il Friuli Venezia Giulia (5,4%) e il Piemonte (5,9%).