Quella allo spreco alimentare è una delle battaglie di civiltà che caratterizzano il nostro tempo, in Italia e non solo. Si stima, infatti, che in Europa, ogni anno, siano sprecate circa 88 milioni di tonnellate di cibo (circa il 30%) mentre 96,5 milioni di persone, vale a dire il 21,9% della popolazione, sono a rischio povertà o esclusione sociale; di questi, 27,6 milioni sono gravemente indigenti (dati 2020 pubblicati da Europstat). Per ottenere un buon risultato nella lotta allo spreco alimentare occorre una strategia a largo raggio che conti azioni integrate. Non basta, infatti, formare una nuova generazione di consumatori consapevoli, ma è necessario coinvolgere anche la rete retail. I supermercati, costretti a gettar via l’invenduto, sono un anello importante in questa “catena dello spreco”. Il terzo tassello, infine, deve far entrare nel circuito le realtà assistenziali. La lotta allo spreco alimentare, oltre a dare grandi vantaggi all’ambiente, può avere un importante impatto sociale.
Lo spreco alimentare in Italia: cos’è Phenix
Da un anno in Italia è approdata Phenix. La scale-up francese è impegnata, dal 2014, a evitare che prodotti consumabili vadano gettati nell’immondizia. Presente anche in altri Paesi europei come Spagna, Portogallo e Belgio, in questi anni ha messo a punto diversi strumenti digitali rivolti a retail e cittadini che vogliono seguire uno stile di vita sostenibile e solidale. Grazie alle soluzioni offerte è possibile creare un nuovo percorso per i prodotti invenduti che ha come tappe fondamentali i grandi supermercati, i privati cittadini e gli enti di beneficenza. L’Italia sembra rispondere bene così come ci racconta Julien Fanara, Country Manager per l’Italia di Phenix, che ci ha illustrato le “tonnellate di idee” che animano la sua azienda; gli obiettivi raggiunti in questo anno in Italia e quelli in cantiere a cui sarà possibile lavorare grazie a un nuovo round di finanziamenti che Phenix ha appena ricevuto.
In copertina foto di Matthias Böckel da Pixabay