‘Il record di povertà assoluta delle famiglie italiane nel 2015 è un dato molto preoccupante, soprattutto per l’aumento dei giovani poveri. Si tratta di una pesante eredità della crisi – commenta Confesercenti in una nota – un grave squilibrio che si fatica a riassorbire, se non molto lentamente.
La crisi economica certamente ha contribuito, oltre che a ridurre in maniera generale il reddito delle famiglie ed il loro potere d’acquisto – 2.100 euro di potere di acquisto che ogni cittadino ha ‘bruciato’ dall’inizio della crisi e di cui in due anni di ‘ripresa’ ha recuperato solo 180 euro – anche ad accentuare le disuguaglianze già esistenti in termini di distribuzione del reddito.
Se il 2015 è stato il primo anno di ripresa dopo la lunga crisi, è anche vero, d’altra parte, che senza politiche più incisive, sia sul versante macroeconomico per rafforzare la ripresa che sul versante delle politiche sociali, questi squilibri rimarranno, o peggio, si acuiranno aumentando il senso di insicurezza per cittadini e imprese.
Si ricorda che secondo un recente sondaggio Confesercenti Swg, rispetto ad un anno fa, quasi un italiano su due (il 43%) segnala di stare vivendo un clima di maggiore incertezza e con prospettive poco rassicuranti non solo a livello personale, ma anche relativamente all’economia italiana e al contesto internazionale.
Le scelte fatte dal Governo fino ad oggi sono andate nella giusta direzione ma occorre rinforzare le misure di contrasto all’indigenza. In primo luogo accelerando sul Ddl povertà, ma anche la prossima legge di Stabilità sarà decisiva per mettere in campo interventi che restituiscano, prontamente, rinnovata fiducia a cittadini ed imprese. A partire dalla disattivazione delle clausole di salvaguardia il cui peso si scaricherebbe proporzionalmente in maniera più elevata proprio sui più deboli’.