Mentre il governo è sempre più impegnato nello slalom attraverso i procedimenti giudiziari del premier l’Italia e il suo sistema economico vanno a rotoli
L’emergenza occupazionale in cui ormai versa il Belpaese è confermata dalle stime dell’ISTAT sullo stato dell’occupazione a gennaio. Secondo le indagini dell’istituito nazionale di statistica gli occupati sono 22.831.000, in diminuzione dello 0,4% (83.000 unità) rispetto a dicembre 2010. Nel confronto con l’anno precedente l’occupazione è in calo dello 0,5% (-110.000 unità). La diminuzione registrata nel mese è dovuta sia alla componente maschile sia a quella femminile. Il tasso di occupazione è pari al 56,7%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre e di 0,4 punti rispetto a gennaio 2010. Cresce purtroppo il numero dei disoccupati, pari a 2.145.000, registrando un aumento dello 0,1% (+ 2.000 unità) rispetto a dicembre. Il risultato è sintesi della crescita della disoccupazione femminile e della flessione di quella maschile. Su base annua la crescita del numero di disoccupati è del 2,8% (+ 58.000 unità). Per il terzo mese consecutivo il tasso di disoccupazione si attesta all’8,6% con una crescita di 0,2 punti percentuali su base annua. Prosegue la crescita del tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge il 29,4%. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumentano dello 0,5% (80 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività è pari al 37,8%, dopo tre mesi in cui risultava stabile al 37,6%. Urgono interventi urgenti in campo economico che abbiano concreti effetti sulla ripresa del mercato del lavoro specie quello giovanile che appare il più colpito dalla crisi come sottolineato anche, fra gli altri, da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” .