(Adnkronos) – L’accordo tra Israele e Hamas non arriva, la tregua a Gaza non si concretizza e l’attacco a Rafah, nel sud della Striscia, rimane nell’agenda del premier Benjamin Netanyahu: “L’operazione ci sarà, con accordo o senza accordo”, dice il primo ministro, che non sembra considerare il pressing degli Stati Uniti e dell’Onu. Israele da giorni ha ammassato mezzi e uomini al confine della Striscia, con la possibilità di avviare l’offensiva in tempi brevi. Il piano di Netanyahu non sembra tener conto dell’ipotesi di intesa per la liberazione degli ostaggi, detenuti da Hamas dopo l’attacco del 7 ottobre 2023.
L’ultima proposta elaborata al Cairo prevederebbe una tregua di 40 giorni, con la liberazione di circa 1000 detenuti palestinesi in cambio di un numero di ostaggi che, secondo il Times of Israel, oscilla tra 20 e 33 in base ai criteri utilizzati.
Un’eventuale operazione israeliana “sarebbe un’escalation intollerabile”, che porterebbe “all’uccisione di migliaia di altri civili e costringerebbe centinaia di migliaia a fuggire”, dice il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ricordando che “tutti i membri del Consiglio di sicurezza e molti altri governi hanno espresso la loro opposizione in modo chiaro a questa operazione”.
“Faccio appello a tutti quelli che hanno influenza su Israele – dice parlando con i giornalisti a New York – perché facciano tutto quanto in loro potere per impedire” l’operazione. “Per il bene del popolo di Gaza, degli ostaggi e delle loro famiglie in Israele, per il bene della regione e del mondo, incoraggio con forza il governo di Israele e la leadership di Hamas a raggiungere adesso un accordo”, è l’appello di Guterres, convinto che senza un accordo “la guerra, con tutte le sue conseguenze a Gaza e nella regione, peggiorerà in maniera esponenziale”.
“Non vogliamo vedere una grande operazione di terra a Rafah. Certamente, non vogliamo vedere operazioni che non tengano conto della sicurezza di quel milione e mezzo di persone che cercano di cercare rifugio laggiù”, dice il portavoce della Sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby.
La diplomazia a stelle e strisce oggi avrà il volto e la voce del segretario di Stato Antony Blinken, che a Gerusalemme incontra Netanyahu alle 10.45 ora locale (le 9.45 in Italia). Il faccia a faccia avverrà dopo i colloqui a Tel Aviv tra Blinken e il presidente israeliano Isaac Herzog. Nella sua tappa in Giordania, Blinken invia un messaggio a Hamas, esortando l’organizzazione a favorire la fumata bianca nelle trattative: ”Basta rinvii, non ci sono più scuse. Per Hamas il momento di agire è ora. L’Egitto ha presentato una proposta forte per un cessate il fuoco, Hamas non dovrebbe rinviarla e non ha scuse per non essere d’accordo”, aggiunge Blinken.
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