(Adnkronos) – ”Ringrazio il Parlamento italiano e tutte le forze politiche che ivi rappresentano il popolo italiano, nostro amico, per aver richiesto, insieme a noi, ciò che è più urgente e necessario in questo momento: l’immediato cessate il fuoco a Gaza”. Così l’ambasciatrice palestinese a Roma, Abeer Odeh, ha risposto all’Adnkronos in merito alle mozioni votate ieri in Parlamento su Gaza con la richiesta di un cessate il fuoco. ‘‘E’ ora che la legalità internazionale sia ristabilita, ma è anche ora che la politica reclami il suo ruolo di protagonista nella risoluzione dei conflitti”, ha sottolineato l’ambasciatrice.
E ”per questo – ha aggiunto – siamo certi che il governo italiano raccoglierà l’invito del Parlamento e si assumerà le responsabilità che competono a un Paese importante come l’Italia, nel Mediterraneo e nel mondo, per portare pace e giustizia in Palestina e nell’intera regione, con l’immediato cessate il fuoco, la fine dell’occupazione israeliana e il riconoscimento dello Stato di Palestina sui confini del 1967 con Gerusalemme Est capitale”. ”Sappiamo tutti, ormai, che i palestinesi uccisi dalle bombe e dalle incursioni israeliane sono più di 30.000.
Siamo consapevoli che nel 70 per cento dei casi si trattava di donne e di bambini”, ha affermato l’ambasciatrice, aggiungendo che ”possiamo immaginare i corpi di coloro che giacciono ancora sotto alle macerie senza che sia possibile a chi è miracolosamente sopravvissuto portarli via di lì”. Inoltre, ha proseguito, ”conosciamo molti dettagli sulle condizioni dei più di 70.000 feriti, molti dei quali avranno una vita breve o una vita dimezzata, dalle perdite dei familiari o dall’amputazione di un arto. Li abbiamo visti arrivare in Italia in cerca di cure che a Gaza non sono più pensabili”.
Ma, ha sottolineato, ”non possiamo accoglierli senza chiedere con forza a chi li ha ridotti così di mettere fine a questa aggressione feroce. Parliamo di un’intera popolazione che sta letteralmente morendo di fame”. Odeh ha infine ricordato ”il provvedimento d’urgenza della Corte Internazionale di Giustizia, che ha accertato sufficienti indizi per approfondire l’istruttoria sul reato di genocidio”. E ha espresso ”apprezzamento per l’ulteriore sforzo del Sudafrica nel richiedere alla Corte di agire immediatamente per prevenire imminenti e drammatiche violazioni come quelle che rischiano di annientare un milione e mezzo di civili rifugiati a Rafah”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)