(Adnkronos) – Nuovo round di colloqui per una tregua nella Striscia di Gaza. Il principale ostacolo per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi sembra essere il rifiuto del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di ritirare i soldati dalla ‘Philadelphi Route’, il ‘corridoio’ di 14 chilometri che corre lungo il confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. A indicarlo fonti israeliane citate da Maariv, mentre stasera al Cairo è in programma un nuovo round di negoziati con Egitto, Usa e Israele.
Il capo dello Shin Bet, il capo del Mossad e il capo della divisione strategica delle Idf, il generale Eliezer Toledano, sono arrivati al Cairo per tentare di colmare le distanze sul ‘corridoio’. La delegazione israeliana sarebbe arrivata al Cairo con una nuova proposta che prevederebbe la possibilità di una presenza permanente di un missione di osservatori delle Nazioni Unite in diversi punti fissi della ‘Philadelphi Route’, rivela il quotidiano del Qatar ‘Al-Araby Al-Jadeed’.
L’accordo, scrive il quotidiano, “prevederebbe la presenza di un’altra delegazione dell’Ue al valico di Rafah insieme ai rappresentanti dell’Autorità palestinese per gestire e riavviare il valico”. Sempre secondo ‘Al-Araby Al-Jadeed’ “la proposta non prevede un ritiro immediato dell’esercito israeliano dal valico” ma prevederebbe “un ritiro graduale dal confine”. L’Egitto, che ha più volte ribadito di rifiutare qualsiasi dispiegamento israeliano permanente o a lungo termine sul lato palestinese del suo confine con Gaza, ha chiesto agli Stati Uniti garanzie specifiche riguardo al corridoio di Philadelphi, ovvero che se i soldati israeliani dovessero lasciare la ‘Route’ nella prima fase dell’accordo, non vi ritorneranno nelle successive.
Lo ha riferito il quotidiano saudita con sede a Londra Asharq al-Awsat, ricordando che lo scorso 8 ottobre, all’indomani del massacro compiuto da Hamas nel sud di Israele, il leader del gruppo, Ziyad Nakhaleh, dichiarò che la Jihad Islamica aveva in pugno oltre 30 dei 251 ostaggi portati a Gaza. Alcuni di loro sono rilasciati nell’ambito dell’accordo che a novembre portò a una tregua di una settimana, nota il quotidiano, secondo cui non è chiaro se qualcuno degli ostaggi nelle mani della Jihad Islamica sia morto.
Asharq al-Awsat ha riferito inoltre che la cooperazione tra Hamas e la Jihad Islamica si è rafforzata dopo l’assassinio il mese scorso a Teheran del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, non solo nella Striscia di Gaza ma anche in Cisgiordania, come testimoniato dal fallito attentato suicida compiuto da un residente di Nablus a Tel Aviv domenica scorsa, rivendicato da entrambi i gruppi.
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