(Adnkronos) – L’Ucraina vorrebbe puntare sulla Cina per la pace, ma un approccio attendista sarebbe la strategia prevalente a Pechino mentre un altro conflitto, quello che ormai riguarda il Grande Medio Oriente, cattura l’attenzione internazionale e i piani del gigante asiatico sembrano focalizzati su Gaza. Passati quasi due anni dall’inizio della guerra in Ucraina, a seguito dell’invasione russa iniziata il 24 febbraio 2022, gli ucraini speravano in un incontro con i cinesi a Davos in occasione del World Economic Forum. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non ha nascosto che gli “piacerebbe molto” che nella formula di pace ucraina “fosse coinvolta la Cina”, considerata il più potente alleato politico di Mosca.
Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, citato da Interfax-Ukraine, ha detto chiaramente che Kiev vuole più contatti con Pechino a “tutti i livelli”. Eppure, evidenzia la Cnn, il premier cinese Li Qiang sembra aver lasciato Davos senza incontrare Zelensky. Senza contare che Li, nel suo discorso di 25 minuti, non ha proprio parlato di politica estera. Ha solo usato l’intervento per rassicurare sull’economia cinese. Mentre negli stessi giorni il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, ha tenuto alta l’attenzione su Gaza.
Politico ha scritto di quello che sarebbe stato l’auspicio a Kiev in vista di Davos, ovvero colloqui faccia a faccia (anche se non in agenda) e schietti con interlocutori della Repubblica Popolare, e di come di fatto l’Ucraina non abbia compiuto alcun passo in avanti per convincere la Cina a impegnarsi nei negoziati, con Zelensky e Li che non sono riusciti a parlarsi. Secondo la testata, è stato l’ultimo segnale del fatto che il gigante asiatico non ha intenzione di spingere per la fine del conflitto in Ucraina, che si appresta a entrare nel terzo anno mentre Cina e Russia hanno continuato a rafforzare i rapporti diplomatici, economici e in materia di sicurezza. Citando fonti Usa coperte da anonimato, Politico ha scritto di una decisione deliberata dei cinesi di non incontrare gli ucraini.
Stando a una fonte, il rifiuto a incontrare gli ucraini sarebbe arrivato dopo una sollecitazione della Russia allo stop ai colloqui diplomatici con l’Ucraina. Secondo analisti citati dalla Cnn, è improbabile, in questo momento, che Pechino possa considerare di usare le sue leve su Mosca, soprattutto alle condizioni degli ucraini. Perché – ha spiegato Yun Sun, direttrice del Programma Cina del think tank Stimson Center di Washington – il Dragone “pensa di svolgere già un ruolo importante per andare verso la pace”. Ma “la versione cinese della pace non è quello che Zelensky vuole vedere”.
Senza contare che nei mesi scorsi la Cina ha presentato la sua proposta di pace che – a dispetto della posizione ucraina – vuole un cessate il fuoco senza il ritiro delle truppe russe come precondizione. Così, dopo Davos, stando agli osservatori citati dalla Cnn, è stato messo in luce l’approccio attendista della Cina rispetto a qualsiasi ulteriore pressione per porre fine al conflitto.
E, dice Sun, “in passato la Cina potrebbe aver voluto mediare perché non voleva che la Russia perdesse troppo, ma ora c’è meno preoccupazione su questo fronte” e il gigante asiatico è “più incentivato a osservare gli sviluppi sul campo”, fattore che “costituirà la base per qualsiasi negoziato” di pace. Inoltre, “ora che gli Usa sono distratti da Gaza e le risorse a disposizione per l’Ucraina sono più limitate, le cose si sono spostate a favore della Russia” e “ci sono ancora meno ragioni per la Cina per ‘promuovere una pace equa’”. Intanto su Gaza il gigante asiatico chiede un “cessate il fuoco immediato e globale” e una “conferenza di pace internazionale su più vasta scala, più autorevole e più efficace” oltre a una tabella di marcia precisa per l’attuazione della soluzione dei due stati.
Resta il fatto, evidenzia la Cnn, che non è chiaro quanto la Cina abbia possibilità di avere un ruolo forte nella regione in questo senso. Eppure, secondo gli analisti, il conflitto è un’opportunità per Xi che cerca di riposizionare Pechino come alternativa agli Usa, con il pensiero rivolto in particolare al Sud Globale. “Quando si tratta della guerra a Gaza, la maggior parte dei Paesi del Sud Globale si oppone con forza a quello che sta facendo Israele – osserva Alex Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino – ed è un conflitto in cui presentarsi come attore per la pace e per una soluzione negoziata attira molte più simpatie (nel Sud Globale) a differenza della guerra in Ucraina”.
La prova dell’interesse di Pechino sarà, secondo la Cnn, il prossimo vertice di pace in Svizzera annunciato da Zelensky a Davos. Ma dal ministero degli Esteri di Pechino si sono sinora rifiutati di rispondere alla domanda se la Cina sia stata invitata. In ogni caso, ribadisce Sun, “la Cina non sosterrà condizioni a cui si oppone la Russia”. E per ora il Dragone potrebbe restare ai ‘margini’, almeno fin quando non percepirà la possibilità di un compromesso tra Kiev e Mosca. Nel frattempo ieri la Repubblica Popolare si è offerta di mediare tra Pakistan e Iran.
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