(Adnkronos) –
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà nuovamente oggi per votare la risoluzione presentata dagli Emirati Arabi Uniti che chiede un cessate il fuoco immediato tra Israele e Hamas. Il rinvio è stato deciso per evitare un nuovo veto da parte degli Stati Uniti, che hanno messo in discussione la dicitura ”sospensione delle ostilità”. Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha spiegato in conferenza stampa che si sta lavorando al testo della risoluzione con l’obiettivo di avere garanzie che gli aiuti che entrano nella Striscia di Gaza arrivino effettivamente e in sicurezza alla popolazione civile palestinese. Nei giorni scorsi sono state intense discussioni sulla formulazione della bozza di risoluzione, con gli Stati Uniti che hanno posto il veto all’ultima versione della risoluzione. Non si sarebbe ancora sciolto infatti il nodo del riferimento alla “cessazione delle ostilità”, anche se in un formula molto alleggerita in cui si parla di “passi urgente verso una sostenibile cessazione delle ostilità”. Per gli Usa è accettabile parlare di “urgente sospensione delle ostilità” per permettere gli aiuti umanitari, ma ogni riferimento alla ‘cessazione’ è non accettabile. “Sosteniamo pienamente la necessità di affrontare i bisogni umanitari della popolazione di Gaza e stiamo lavorando su questi problemi con altri paesi nel Consiglio di Sicurezza”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Usa Matthew Miller, senza commentare il motivo per cui il voto sull’ultima risoluzione del Consiglio di Sicurezza relativa alla guerra a Gaza è stato ripetutamente ritardato. Palrando con i giornalisti, Miller ha affermato che gli Stati Uniti hanno discusso con Israele in merito alla risoluzione, ma non ha riferito se i funzionari israeliani abbiano chiesto agli Stati Uniti di porre il veto alla risoluzione.
Hamas avrebbe respinto l’offerta israeliana di una tregua, sostenendo che non accetterà fino a quando non sarà in vigore una pausa nei combattimenti. Lo rivela il Wall Street Jorunal, citando fonti dell’intelligence egiziana coinvolte nel negoziati. L’offerta prevedeva un tregua di una settimana nelle operazioni a Gaza in cambio del rilascio di 40 ostaggi. Hamas è interessato alla fine della guerra e non a una pausa dei combattimenti che possa ”fare il gioco” di Israele, ovvero che consenta il rilascio degli ostaggi e poi la ripresa dei combattimenti, ha dichiarato ad al-Jazeera un esponente dell’ufficio politico di Hamas, Ghazi Hamad, precisando che ”la priorità” dei colloqui in corso è la fine delle ostilità. ”La nostra visione è molto chiara: vogliamo fermare l’aggressione”, ha detto. “Ciò che sta accadendo sul terreno è una grande catastrofe”, ha aggiunto Hamad, sottolineando la “distruzione e le uccisioni di massa” causate dagli attacchi israeliani a Gaza.
Non è quindi nell’interesse di Hamas, né dei palestinesi quello di raggiungere ”brevi pause” nei combattimenti. ”Israele prenderà la carta degli ostaggi e poi inizierà una nuova ondata di uccisioni di massa e massacri contro il nostro popolo. Non giocheremo a questo gioco”, ha affermato. Israele ha informato il Qatar che sarebbe pronto ad una tregua di almeno una settimana nei combattimenti a Gaza in cambio del rilascio di circa 40 ostaggi detenuti da Hamas, secondo quanto riporta il Jerusalem Post. Tuttavia il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant fa sapere che l’operazione di terra si estenderà ad altre aree della Striscia. Durante una visita al confine di Gaza, ieri Gallant ha detto: “Khan Younis è diventata la nuova capitale del terrore”. Non smetteremo di agire lì finché non avremo raggiunto gli alti funzionari di Hamas”, ha riferito il Times of Israel, citando fonti del ministero.
Confermato anche il dispiegamento aggiuntivo di truppe nelle vicinanze di Khan Younis. “Nel sud di Gaza, nell’area di Khan Yunis, stiamo espandendo le nostre operazioni. Abbiamo aggiunto un’intera brigata e ulteriori forze di ingegneria da combattimento per le operazioni nell’area, per migliorare le nostre operazioni”, ha detto il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), Daniel Hagari. “Stiamo facendo pressione” per la fine del conflitto tra Israele e Hamas. Lo ha detto ai giornalisti al suo arrivo a Milwaukee, nel Wisconsin, il presidente americano Joe Biden, parlando della possibilità di un nuovo accordo per una tregua nei combattimenti e per il rilascio degli ostaggi. Poi ha definito “tragica” la morte di 20mila palestinesi nella Striscia di Gaza, secondo l’ultimo bilancio fornito da Hamas, a causa delle operazioni israeliane. ”Gli Stati Uniti e Israele vogliono un accordo per una nuova pausa dei combattimenti che consenta il rilascio degli ostaggi”, ma ‘‘il problema era e rimane Hamas” ha dichiarato ieri il Segretario di Stato americano Antony Blinken. “Ciò che mi colpisce è che, anche se sentiamo molti paesi sollecitare la fine di questo conflitto, che tutti noi vorremmo vedere, non sento praticamente nessuno chiedere ad Hamas di smettere di nascondersi dietro i civili, di deporre le armi, di arrendersi”, ha dichiarato Blinken. “Come è possibile che non vi siano richieste rivolte all’aggressore, ma solo richieste alla vittima?”, si è chiesto, sottolineando come sia una ”priorità assoluta” dell’amministrazione Biden che finisca ”il più rapidamente possibile” la guerra tra Hamas e Israele. La fine del conflitto è stata indicata come priorità quattro dopo il sostegno all’Ucraina nella guerra contro la Russia, relazionarsi con la Cina e costruire una coalizione. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)