(Adnkronos) –
Più di 40 persone sono state uccise dopo l’ultima ondata di attacchi israeliani in tutta la Striscia di Gaza. Lo riferisce al Jazeera, precisando che ventinove corpi senza vita sono stati portati all’ospedale al-Aqsa di Deir el-Balah, mentre altri 12 sono stati portati all’ospedale al-Shifa, appena funzionante, nella città di Gaza. Almeno tre di loro sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani nel quartiere Sheikh Radwan di Gaza City. Le forze israeliane hanno continuato a bombardare Khan Younis e a trasferire rinforzi militari nell’area. Un attacco aereo israeliano su un condominio vicino all’ospedale al-Shifa nella città di Gaza ha ucciso sette persone e ne ha ferite molte altre, riferiscono i media locali.
Epatite e ittero a Gaza
Migliaia di persone si sono riunite a Tel Aviv ieri sera tardi per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e la pace con i palestinesi. Le manifestazioni si stanno svolgendo di nuovo in Israele mentre cresce la rabbia nei confronti dell’amministrazione Netanyahu che non è riuscita a liberare i prigionieri nonostante la guerra devastante. Durante le proteste erano presenti anche alcune famiglie dei prigionieri, con molti manifestanti che portavano cartelli con la scritta “La pace inizia con la speranza” e “La pace è l’unica soluzione”. “La gente dice che solo la pace porterà sicurezza a Israele”, ha riferito al Jazeera. “Ci viene detto che molti non portano bandiere palestinesi perché hanno paura di poter essere arrestati”.
Almeno 24 casi di epatite A e migliaia di ittero sono stati rilevati nella Striscia di Gaza, poiché l’accesso all’acqua pulita rimane fortemente limitato. E’ l’avvertimento lanciato su X dal capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. L’epatite A, un’infezione virale del fegato, è generalmente lieve “ma può occasionalmente causare malattie gravi”, afferma il capo dell’Oms. Sebbene soltanto 24 casi siano stati confermati attraverso i test a causa di mezzi limitati, si ritiene che anche le migliaia di casi di ittero siano collegati all’infezione del fegato, indicando che potrebbe essersi diffusa molto più di quanto mostrano i test.
“Le condizioni di vita disumane – quasi assenza di acqua potabile, servizi igienici puliti o capacità di mantenere pulito l’ambiente circostante – consentiranno all’epatite A di diffondersi ulteriormente”, scrive Ghebreyesus, descrivendo la crisi sanitaria come “esplosiva”. “La capacità di diagnosticare le malattie rimane estremamente limitata. Non esiste un laboratorio funzionante. Anche la capacità di risposta rimane limitata”, aggiunge. “Continuiamo a chiedere l’accesso libero e sicuro agli aiuti medici e la tutela della salute”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)