Dopo gli eventi sismici che hanno interessato la zona di Casamicciola dell’Isola d’Ischia nell’estate del 2017, la comunità scientifica ha ritenuto necessario concentrare la propria attenzione sul fenomeno naturale che, in realtà, si era già presentato più volte nei secoli scorsi con conseguenze a volta drammatiche, come il terremoto del 1883 che causò oltre 2300 vittime.
Tuttavia, la comprensione dell’attività sismica ad Ischia è stata da sempre ostacolata dalla natura vulcanica dell’isola che, con caratteristiche estremamente diversificate, complica notevolmente i fattori da considerare. Ischia è, infatti, uno dei vulcani italiani più complessi, caratterizzato tra l’altro da un impressionante sollevamento di circa un migliaio di metri, a partire da 55 mila anni fa, e da decine di eruzioni più recenti, l’ultima delle quali avvenuta nel 1302.
Raccogliendo la sfida di comprendere tale sismicità in un ambiente tanto complesso, su impulso anche della Protezione Civile Nazionale, un team internazionale di vulcanologi dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (INGV), dell’Università degli Studi Roma Tre (UniRoma3) e dell’Université de Genève in Svizzera (UNIGE) ha unito le competenze diversificate in materia di monitoraggio, di modellistica e di comprensione dei processi magmatici nello studio ‘Magma Degassing as a Source of Longâ€Term Seismicity at Volcanoes: The Ischia Island Case’, appena pubblicato nella rivista Geophysical Research Letters.
I vulcanologi hanno così compreso che, paradossalmente, è proprio la complessa natura vulcanica dell’isola a spiegarne la sismicità, ma in modo relativamente semplice. Infatti, dati di monitoraggio raccolti per decenni mostrano che il forte sollevamento che nel passato ha portato all’emersione della cima più alta dell’isola, il Monte Epomeo, è attualmente sostituito da un lento e continuo abbassamento.
Pertanto, i terremoti osservati a Casamicciola costituiscono episodi di accelerazione di tale abbassamento, innescati dalle stesse strutture sismiche che avevano causato il precedente sollevamento dell’isola.
La causa dell’abbassamento di Ischia, e quindi dei terremoti di Casamicciola, è imputabile all’emissione di gas dallo stesso magma che da circa 6000 anni ha prodotto almeno 45 eruzioni, fino all’ultima del 1302. Tale degassamento, infatti, diminuisce la pressione nel sistema magmatico superficiale, abbassando di fatto l’isola.
I risultati della ricerca non solo permettono di comprendere finalmente l’origine della disastrosa sismicità di Ischia, ma anche di prevedere, attraverso estrapolazioni modellistiche, che il prolungarsi del degassamento del magma possa continuare per almeno diverse centinaia di anni.
Secondo gli autori, l’abbassamento in atto a Ischia potrà quindi continuare a generare sismicità nell’area di Casamicciola con caratteristiche analoghe a quanto osservato negli ultimi secoli.