Un anno fa la televisione ci rimandava le immagini di una piazza San Pietro deserta e di papa Francesco solo in quella piazza a impartire la benedizione urbi et orbi al mondo. Immagini di grande impatto visivo ed emotivo che resteranno nella storia. Un anno dopo, a pandemia ancora in corso, altre immagini di Bergoglio sono destinate a fare la storia. Quella che lo vede seduto al cospetto di Alì al Sistani o circondato dalle macerie di Mosul parlare di fratellanza tra i popoli. Immagini della visita storica che il papa ha voluto fare in Iraq.
Iraq: la visita storica di papa Francesco
Primo capo di Stato occidentale ricevuto da Alì al-Sistani, primo pontefice che incontra un ayatollah: due primati importanti che rappresentano una svolta epocale nella storia. Dei tre giorni di viaggio in Iraq, infatti, il nucleo centrale è stato l’incontro tra papa Francesco e Alì al-Sistani, la guida spirituale dell’Islam sciita. Un incontro che è partito dalla radice comune della fede, il patriarca Abramo (il padre di tutte e tre le grandi religioni monoteiste: l’ebraismo, il cristianesimo, l’islam) per riscoprire oggi la condizione di fratelli, tutti uguali e con gli stessi diritti. Chi ha voluto vedere tra i motivi del viaggio del papa in Iraq la questione legata ai cristiani iraqeni, la cui presenza si è ridotta di circa un terzo in vent’anni, non ha avuto torto ma l’incontro tra i due capi religiosi ha significato molto di più.
Dio è misericordioso, l’offesa più blasfema è profanare il suo nome odiando il fratello
Papa Francesco
Fratellanza universale
Nella Piana di Ur, dove iniziò il viaggio di Abramo verso la Terra promessa, ha avuto luogo una significativa cerimonia interreligiosa con letture dalla Bibbia e dal Corano, con i contributi di giovani cristiani e musulmani e di religione mandea. Un invito che supera la semplice tolleranza per trasformarsi in un appello alla fratellanza universale. Fratellanza e pace. Una parola, quest’ultima, che sembra non avere casa in Iraq.
Il monito alle grandi potenze
Inevitabile, a questo punto, il riferimento alle grandi potenze. Per loro l’invito a rinunciare agli armamenti e a tutti gli strumenti finora usati per depredare la Terra. L’invito a mettere da parte gli interessi personali per mettere in primo piano l’interesse comune. Con il suo viaggio, papa Bergoglio non ha semplicemente lanciato un messaggio di pace. Ha posto le basi per una convivenza pacifica tra popoli appartenenti a una stessa tradizione. Ha tracciato una strada che d’ora in poi le persone potranno seguire. Non i leader che, per loro natura, passano, ma i popoli. Non la stipula di accordi formali tra governi, ma la costruzione di un sentimento comune tra popoli. Che sia questo il vero accordo di Abramo?
In copertina foto di Nicoleon