Con l’ipertermia il fegato è tra gli organi più a rischio. Lo abbiamo visto con il caso del signore piemontese che pochi giorni fa, in seguito a un colpo di calore, ha dovuto subire un trapianto. Cos’è l’ipotermia e quali sono i sintomi? Cosa fare per prestare soccorso e, soprattutto, come prevenirla?
Il colpo di calore
L’ipertermia è la conseguenza di un colpo di calore provocato da un’eccessiva esposizione al sole. Si verifica quando ci si trova in una situazione di caldo e umidità elevati, associati a un’assenza di ventilazione. Parliamo temperature a partire dai 35° e un’umidità maggiore del 60%. Condizioni climatiche, cioè, molto frequenti nella stagione estiva. L’esposizione al sole provoca un innalzamento della temperatura corporea e alti livelli di umidità rallentano l’evaporazione del sudore che è lo strumento che il corpo mette in azione per abbassare la propria temperatura. Di conseguenza il corpo perde la capacità di regolare la propria temperatura che sale repentinamente. Nel giro di un quarto d’ora, si può passare dai 36/37° fino ai 40/41°.
Ipertermia fegato: perché è a rischio
L’insolazione presenta sintomi molto chiari:
- astenia (per effetto dell’abbassamento della pressione sanguigna)
- disidratazione (causata dall’eccessiva sudorazione)
- nausea e vomito
- mal di testa e vertigini
- crampi muscolari
- stato confusionale
A questi vanno aggiunti i sintomi legati all’esposizione al sole:
- eritema solare
- scottature
- congestione dei vasi sanguigni con possibilità di emorragie cerebrali
Nei casi più gravi, un’insolazione può portare a un collasso o a uno svenimento con perdita dei sensi, danni agli organi interni (cuore, fegato, pancreas), coma e morte. Il signore piemontese, di cui abbiamo sentito parlare in questi giorni, aveva, infatti, subito un grave danno al fegato che aveva generato un’insufficienza epatica. A salvarlo è stato un trapianto d’organo eseguito in urgenza nazionale nel giro di poche ore.
Cosa fare in caso di insolazione
L’insolazione va trattata in ambito ospedaliero con procedure ad hoc. Nei casi meno gravi o nell’attesa che arrivino i soccorsi è opportuno trasferire la persona colpita in un luogo fresco e ombreggiato. Si può quindi procedere a:
- raffreddare il corpo utilizzando strofinacci bagnati
- tenerlo calmo poiché l’ansia avrebbe l’effetto contrario
- far bere acqua fredda ma non troppo.
Se la persona è in grado di muoversi potrebbe immergersi in una vasca di acqua fredda ma non gelida. Il contatto con una temperatura troppo bassa, infatti, potrebbe provocare uno shock termico.
Ci sono cose, poi, da non fare assolutamente:
- fare impacchi di alcol
- somministrare antipiretici senza consulto medico
Per il colpo di calore, sembra pleonastico anche solo ricordarlo, vale molto la prevenzione. Oltre a evitare le ore più calde della giornata per uscire, è bene tenersi sempre freschi idratandosi molto e immergendo polsi e caviglie in acqua fredda. Consumare pasti leggeri a base di frutta e verdure, evitare alcolici e cibi piccanti. L’abbigliamento ha la sua importanza poiché fibre naturali come cotone e lino aiutano la traspirazione. Un cappello e occhiali da sole sono fortemente raccomandati.