I nostri armadi scoppiano, ma una soluzione per far riemergere dal dimenticatoio i nostri abiti facendoli rivivere è quella di reinventarli. Anche senza “avere la stoffa”, ma con piccole e semplici tecniche di taglio e cucito, dai punti base alle piccole riparazioni, fino alle istruzioni per realizzare in autonomia abiti e accessori fai-da-te o per dare nuova vita ai vestiti vecchi con progetti di upcycling.
Matilde Di Pumpo, founder e direttore creativo della maison pugliese LOÏS invita a riappropriarci del “saper fare” e a rinnovare l’armadio risparmiando. Ci guida in un percorso semplice per diventare “stilisti di se stessi”. Ora il tempo non ci manca ed è proprio questo forse il momento giusto per riprendere passioni magari lasciate da parte o approfondirne di nuove.
Perchè la moda la possiamo fare anche da soli. Cosa ci serve? La materia prima e una buona dose di ispirazione e creatività. Con questi strumenti possiamo immaginare una nuova vita per i nostri abiti. Possiamo ricreare o creare ex novo. Assemblando, tagliando, separando e riunendo, usando lavaggi per ottenere finissaggi ed effetti tie dye. Ogni singolo pezzo di stoffa, ha mille vite e altrettanti utilizzi.
Matilde Di Pumpo consiglia di partire da un capo che ci sta grande oppure un capo della mamma vintage. Prima di pensare al colore possiamo immaginare la forma, stringere la vita nel caso di un abito o eliminare le maniche per ricreare le spalline a palloncino tanto ricercate nell’ultimo periodo. Possiamo realizzare un jeans tutto nuovo candeggiando il vecchio, il risultato sarà entusiasmante perchè nel candeggiare rimane la sorpresa cioè il colore finale. Oppure tante volte capita di avere nell’armadio maglioncini con ricami di pietre o applicazioni diverse. Si possono staccare e riutilizzare applicandole sui nuovi capi.
Insomma da una vecchia maglietta o da un jeans scaturiscono nuove forme. Qualche idea la possiamo prendere in prestito anche dal guardaroba maschile, rubando una sua vecchia camicia o cravatta.
E poi l’upcycling aiuta il pianeta e rispetta l’ambiente. Una moda insomma attenta al risparmio e ai consumi che affronta il disagio contingente adoperandosi per ottimizzando le nostre risorse casalinghe.
Perché la fatidica domanda “che cosa mi metto?” non riguarda solo l’estetica, ma anche e soprattutto l’etica e l’economia.