In scena a Roma, in via Sirte, “Io sono qui”, la nuova personale di Mauro Camponeschi. La novità, per il pittore romano che ha al suo attivo numerose mostre personali in Italia, è che lo spazio resterà come luogo d’arte permanente.
“Sarà infatti il mio studio – spiega l’artista, che è anche architetto e docente nella scuola secondaria – con una parte espositiva che intende anche promuovere incontri culturali, conferenze, momenti di scambio tra musica, lettura e suggestioni varie”. Camponeschi presenta al pubblico una serie di lavori anche molto recenti (dipinti a olio, disegni, assemblaggi) capaci di condurre chi osserva in una realtà quasi fiabesca, tra paesaggi sospesi nelle chiome degli alberi, visioni notturne e paesi illuminati da lumi lunari tanto esili quanto dolci, fari immersi nei colori accesi del mare e del cielo, simboli dello scorrere del tempo e del segno grafico che, forse, da sempre per l’uomo è rimedio all’inesorabile azione della divinità Chronos.
Il titolo della mostra è una citazione di un brano di Paolo Conte, “io sono qui, venuto ad amare e di nascosto a ballare” e ben si presta a definire l’operazione artistica e intellettuale del pittore. “Si dipinge – osserva Camponeschi – con l’intento di voler essere veri e veritieri, almeno così è per me. Poi ci si accorge di essere stati, in qualche misura, inesatti, aderenti al proposito progettuale ma sempre un po’ distanti dall’obiettivo; tuttavia il solo fatto pittorico avvia processi di libertà e di conoscenza che inevitabilmente inducono a continuare”.
Non mancano nelle opere di Camponeschi i riferimenti al passato e l’attenzione ai dettagli architettonici, reinterpretati attraverso il suo inconfondibile sguardo. “La pittura – aggiunge – è una costruzione ideale, ha una verità sua, prende forma con il colore e diventa tutt’uno con esso. La pittura è un modo di fare, di leggere le cose, di viverle senza il limite fissato dalla realtà. È colore, forma, linea, texture, luce, ombra, armonia, leggerezza; è un modo di scrivere e di sentire”.