Io so e ho le prove, la storia dell’ex manager bancario “convertito” e editorialista di Lettera43.it, arriverà sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli, venerdì 3 marzo 2017 (in replica domenica 5), ad opera di Giovanni Meola, regista da sempre impegnato nel teatro di denuncia e premiato anche per lavori cinematografici ispirati alla legalità e al sociale, che ne firma l’adattamento e la regia.
Presentato da Le Pecore Nere e Virus Teatrali, l’allestimento, libero adattamento dall’omonimo libro di Vincenzo Imperatore (2014, Edizioni Chiarelettere), racconta la conversione di un ex-manager bancario, che, dopo un quarto di secolo al servizio della più importante banca italiana, ne è uscito denunciandone tutte le nefandezze, comuni all’intero settore bancario negli ultimi due decenni.
Vincenzo Imperatore è stato, per più di vent’anni, nelle direzioni operative di alcuni tra i più prestigiosi istituti di credito italiani, prima e dopo la crisi economica. La sua testimonianza, nata dalla presa di coscienza che ha completamente capovolto il suo approccio al mondo bancario, svela i segreti, le strategie e le manipolazioni delle banche a danno dei tanti correntisti e risparmiatori nonché dei tanti piccoli e medi imprenditori che formavano e formano la spina dorsale dell’economia reale di questo paese.
La riduzione teatrale di Giovanni Meola, che ne è anche interprete, ha una particolarità per essere un lavoro che nasce come un monologo. Si arricchisce della presenza in scena, di Daniela Esposito,che, oltre a firmare le musiche originali dello spettacolo, fa da contrappunto al protagonista con vocalizzi, suoni e rumori, interpretando i vari personaggi incontrati dal rampante bancario in carriera (e di cui racconta) nella sua vita, e in altre la sua coscienza, fino alla sua conversione.
In questa forma acuta e ironica, Meola adatta al palcoscenico il racconto che Imperatore fa di una parte della sua vita, legata a doppio filo alla sua vicenda lavorativa, dai successi negli studi alla stellata carriera in banca, fino alla sua “ redenzione”.
Una consapevolezza nuova che lo porta ad abbandonare il mondo di quelle “raffinate” operazioni bancarie, spesso definite spazzatura, fino a sostenere e difendere i diritti dei tantissimi clienti truffati.
Con questo spettacolo, il teatro si fa portatore sano di cultura civile, divenendo strumento di denuncia sociale, e ponendo in atto un’attenta riflessione sulla natura degli eventi che ci circondano quotidianamente.
La scenografia dell’allestimento è a cura di Monica Costigliola e Angelo De Tommaso, i costumi diAnnalisa Ciaramella.