Velardi: ”Non rinuncio al voto con piacere.Vorrei riappasionarmi alla politica, discutere un progetto, credere in una leadership, e sono anche sicuro che – prima o poi – la scena cambierà . Al momento, passo un giro”.
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Claudio Velardi ancora una volta scompiglia le carte e lancia dal suo blog la ‘provocazione’ peggiore che ci si possa aspettare da un esperto di comunicazione prestato alla politica: annunciare che non si avvarrà del diritto-dovere di votare. ”Altre volte, in passato, non ho votato – confessa – ma è stato casuale, non una scelta. Questa volta è una scelta”. L’assessore regionale campano al Turismo (scelto da Bassolino con altri quattro ‘tecnici’ nel febbraio dell’anno scorso dopo il terremoto giudiziario che, travolta la regione, fini’ con la caduta del governo Prodi) spiega le motivazioni della sua scelta: ”E’ finita l’epoca per cui da un voto si misura il tasso di democrazia di un Paese. Anche perche’ il voto in Italia e’ stato sequestrato. Per il Parlamento si parla di vere e proprie nomine e anche quando si tratta di un sistema elettorale, come quello per le Europee, in cui ci sono le preferenze, non è che vada meglio. In questo caso si esalta la parcellizzazione e non l’accorpamento. Finanche la soglia di sbarramento al 4 per cento è’ un imbroglio, perchè basta il 2 per cento per avere il rimborso elettorale”. Velardi ammette che la sua sia una ”provocazione”. Poi corregge il tiro: ”anzi no. Una protesta appassionata” perchè, aggiunge ”Vorrei una politica più interessante, più coinvolgente. Sarebbe stato più comodo stare in silenzio. Tutti i delusi del centrosinistra non voteranno, ma non lo diranno”.