Quante volte vi sarà capitato di ascoltare una storia di successo di un vostro amico o di vedere una bella foto che lo ritrae in un posto da sogno, ed aver provato una notevole punta d’invidia? Nessuna cattiveria, ma solo quel “insano” sentimento di rabbia talvolta fisico, che si manifesta con una piccola stretta allo stomaco o addirittura con l’afflusso di sangue al cervello.
L’invidia se incapace di essere gestita può diventare addirittura patologica, e per imparare a controllarla può essere necessario l’aiuto di uno psicologo.
Nei casi invece non patologici, i processi mentali per uscirne sono più semplici, ma meritano comunque la vostra concentrazione ed il vostro impegno.
Innanzitutto cerchiamo di definire cos’è l’invidia secondo il vocabolario Treccani.
Definizione di invidia
“L’invidia è un sentimento spiacevole che si prova per una felicità o un bene altrui che si vorrebbe per se…”.
Secondo questa descrizione la leva che spinge a provare questo sentimento è la volontà di ottenere quello che non si ha e che appartiene a qualcun altro. Spesso si attribuisce l’ottenimento di un successo altrui alla fortuna, senza comprendere che dietro possa esserci del duro lavoro, tanto sacrificio, una sana attitudine o semplicemente una determinazione tale da conseguire il risultato ambito. La cosa grave è che forse questo risultato neanche lo si vorrebbe, ma l’ invidia è cosi radicata da essere applica facilmente a qualunque mancanza: fisica, materiale, sentimentale.
Perché capita di non essere felici delle gioie altrui
Perché è più semplice pensare che l’altro abbia guadagnato qualcosa ingiustamente, piuttosto che lavorare su stessi per ottenere ciò che manca. L’invidia infatti è un sentimento che fa leva su due fattori fondamentali come: l’insicurezza e la scarsa autostima.
Chi sono le persone capaci di provare l’invidia
Si pensa che gli invidiosi siano quelle persone che non hanno mai avuto il successo, invece a volte sono proprio coloro che ne hanno provato il sapore, ma non sono stati in grado di mantenerlo, creando in se stessi delle forti fragilità e la paura di non farcela.
La paura e la rabbia sono strettamente correlate all’ invidia e rappresentano la parte più negativa di questo sentimento, perché capace di renderlo anche pericoloso.
Come allontanare questo stato d’animo negativo
Per eliminare totalmente l’invidia senza lavorare su se stessi, bisognerebbe eliminare la socialità, e a meno che non vogliate diventare degli eremiti, sarebbe utile lavorare su questo sentimento per poterlo controllare. La nostra vita sociale infatti si compone di relazioni familiari, amicizie, relazioni professionali, persone con storie diverse con cui si condivide nel bene e nel male una serie di esperienze. Talvolta si viene a conoscenza delle loro vicende di vita, soprattutto attraverso il mondo dei social. Qui si fonda molta della cattiveria gratuita derivante dall’invidia, perché l’esposizione mediatica edulcora la realtà, tramite la sintesi di una foto o di una frase ad effetto. Spesso si rappresenta una verità distorta, semplicemente per renderla più affascinante. Una presa di coscienza da parte vostra , che la realtà è diversa da ciò che sembra, può aiutare la vostra autostima ad allontanare l’invidia.
Scegliere i giusti punti di riferimento
Se continuate a paragonarvi ad un mondo che non esiste o che è lontano da voi anni luce, l’inadeguatezza e la frustrazione di non avere ciò che volete diventerà un baratro incolmabile. Il primo passo per eliminare l’invidia ad esempio è ammettere di averla.
Questa consapevolezza vi aiuterà a fare spazio a sentimenti positivi.
Vi darà lo stimolo a concentrarvi realmente sulle vostre ambizioni, trovando le energie e le strategie giuste per raggiungerle.
Strutturare la propria personalità
Dedicatevi a voi stessi, impegnatevi a dare struttura alla vostra personalità, rafforzando il vostro carattere e ponendo meno attenzione agli altri. Valorizzate quello che avete e soprattutto, le modalità con cui lo avete ottenuto.
Spesso capita di dimenticare le cose belle che si hanno a disposizione, per ricercare compulsivamente altro in una sorta di costante insoddisfazione.
L’invidia logora e non costruisce sottrae e non aumenta le potenzialità di ognuno.
Questo malsano sentimento causa dolore a chi lo prova, ma anche a chi lo subisce, perché spesso si tramuta in rabbia che tende a ferire, screditando e colpendo il soggetto interessato.
Talvolta si tende anche ad emarginare la persona oggetto di invidia , semplicemente per sminuirne il valore agli occhi degli altri.
Questa modalità, che fa leva sulla mancanza di autostima, tende a voler ottenere approvazione dal gruppo, non grazie al valore di se stessi, ma attraverso la svalutazione dell’altro.