È stata firmata, presso il Rettorato della Federico II, la convenzione tra l’Ateneo ed il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Campania per favorire lo sviluppo culturale e la formazione universitaria dei detenuti degli istituti penitenziari.
L’accordo è stato siglato dal Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Gaetano Manfredi, e dal Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Campania, Tommaso Contestabile.
“Un’opportunità per i detenuti di poter frequentare corsi universitari, in carcere, e laurearsi – ha sottolineato il Rettore Gaetano Manfredi – Un’iniziativa coerente con lo spirito forte del nostro Ateneo che vede la cultura e la formazione come uno strumento di crescita civile. Quale migliore opportunità farlo con chi ha sbagliato e ha bisogno di essere recuperato. La Federico II non solo è un grande motore economico di ricerca, ma è anche un luogo di crescita civile per la nostra città”.
Il Provveditore Tommaso Contestabile ha precisato che il Protocollo è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Penitenziaria “che dà un grandissimo valore alla formazione e all’educazione scolastica. È importante sottolineare quanto Napoli stia facendo in Campania in questo ambito. Nell’anno scolastico 15/16 abbiamo iscritto ai vari corsi scolastici comprensivi di Liceo e Istituti Superiori circa 2000 detenuti che hanno conseguito il titolo di studio poche settimane fa. Abbiamo innalzato il titolo, il livello culturale, perché c’è una richiesta dall’utenza di frequentare l’Università”.
Presente alla firma anche Mariarosaria Santangelo, docente di Composizione architettonica e urbana dell’Ateneo federiciano, che ha curato la convenzione: “Due anni fa, con il Dipartimento di Architettura – ha spiegato – rigorosamente a titolo gratuito, abbiamo offerto consulenza presso l’ufficio tecnico del PRAP, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, per un progetto di trasformazione del carcere di custodia attenuata a Lauro in un Istituto a custodia attenuata detenute madri (ICAM). Un progetto pilota in Italia che, l’Amministrazione Penitenziaria, con il nostro supporto ha deciso di portare avanti”.